Tridico spiega il reddito 5s: "Un dividendo sociale..."

Il presidente dell'Inps cerca di portare nuovamente l'attenzione anche sulla necessità di introdurre un salario minimo

Tridico spiega il reddito 5s: "Un dividendo sociale..."

Dato che in alcune zone del Paese non si creano posti di lavoro, l'introduzione del reddito di cittadinanza si è venuta a configurare come un dividendo sociale, "un piccolo sostituto, insufficiente, di contrasto alla povertà, che era necessario": queste le parole del presidente dell'Inps Pasquale Tridico durante il suo intervento a 'Futura', evento organizzato a Bologna dalla Cgil.

"Dal Meridione negli ultimi 10 anni sono emigrati 1,7 milioni di ragazzi verso il nord o l'estero: è ricominciata una emigrazione che pensavamo di esserci lasciati alle spalle", prosegue Tridico nella sua analisi. Secondo il presidente, la misura voluta dai grillini avrebbe inoltre tolto"manovalanza a quella criminalità che spesso fa intermediazione illecita". Il dibattito sul reddito di cittadinanza ha avuto l'importanza di fissare "una soglia al di sotto della quale i cittadini non sono disposi a lavorare", e di rinnovare al contempo il tema del salario minimo, "per dare speranza a 4 milioni di lavoratori che sono sulla soglia di 9 euro lordi all'ora. Dovunque è stato introdotto, persino in Cina, ha prodotto incremento di benessere dei lavoratori".

Trattandosi di un evento della Cgil, Tridico ci tiene a sottolineare che "l'idea di introdurre un salario minimo non è contro il sindacato, anzi, è completamente integrato". Al di sotto di una certa soglia, "lo Stato dice che non è dignitoso lavorare", aggiunge il presidente dell'Inps: "oggi", puntualizza ancora, "sono oltre 2 milioni i lavoratori che lavorano a 6 euro all'ora lordi. Ci sono riders che corrono per le nostre città, che fanno incidenti anche mortali e che guadagnano 4 euro all'ora. Questo non è tollerabile".

Nessun rischio, comunque, che l'introduzione di un salario minimo possa condurre ad un ulteriore crollo delle assunzioni: l'effetto sarebbe al contrario quello di un impatto neutro se non addirittura positivo in termini di produttività: "Dove è stato introdotto il salario minimo ci si è spostati su produzioni più elevate: un livello minimo adeguato spinge a investimenti 'capital intensive', che sfruttino il capitale di innovazione piuttosto che di lavoro a basso costo", sostiene Tridico.

Un accenno anche alla spinosa questione di giovani e donne, categorie per le quali il salario minimo diventerebbe ancora più determinante. Per agevolare i primi, che entrano tardi nel mondo del lavoro per via della formazione, sarebbe giusto permettere "il riscatto gratuito della laurea a fini pensionistici", scelta da cui deriverebbe un ulteriore incentivo nella prosecuzione degli studi.

Per quanto concerne le donne, il presidente dell'Inps ritiene che il gap salariale rispetto agli uomini stia ancora aumentando: "Nella carriera un donna con figlio rinuncia a 5mila euro in media di stipendio rispetto a una donna che non ha avuto figli", dichiara in conclusione Tridico.

Sarebbe giusto studiare quindi anche una "decontribuzione piena per la donna che torna al lavoro dopo la maternità", anche per contrastare il fenomeno delle "dimissioni in bianco che sono stimate in 30-40 mila all'anno".

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