Tropea, niente bikini per strada: si rischia una multa di 500 euro

Il sindaco Macri emana un'ordinanza che vieta ai turisti di girare scalzi o a torso nudo per le vie del centro. Stretta anche sui juke-box e i fiori freschi al cimitero

Tropea, niente bikini per strada: si rischia una multa di 500 euro

Le 'chiappe', chiare o meno chiare, d'ora in poi si potranno mostrare solo al mare e in spiaggia. I turisti più accaldati e quelli più kitsch dovranno farsene una ragione. Perché a Tropea è ormai “vietato” circolare o sostare nel centro urbano “a torso nudo”, “in costume da bagno” o “scalzi”.

È la svolta 'etica' disposta dal sindaco della famosa località balneare della Calabria, ogni anno meta di turisti da ogni parte del mondo. Giovanni Macrì detto “Nino”, eletto lo scorso ottobre, ha le idee chiare sul modo di amministrare la 'perla del Tirreno', dove “si verificano frequentemente comportamenti che vengono avvertiti dalla generalità delle persone come contrari al decoro e alla decenza tipici del normale convivere civile”. Così Macrì, il 22 luglio, ha firmato un'ordinanza che vieta ai turisti di andarsene a zonzo per la città in slip o bikini.

Tale lassismo dei costumi – è proprio il caso di dirlo – costituirebbe infatti “un elemento di disagio e di malessere per la popolazione residente e per i turisti ospiti” e un “oggettivo parametro di valutazione negativa per il livello qualitativo del buon vivere nella nostra città, con conseguente ripercussione sull’immagine e sull’offerta turistica che viene proposta”.

C'è poco da scherzare, anche perché i trasgressori rischiano una multa che può andare dai 125 ai 500 euro. Meglio coprirsi, insomma.

Oltre all'ultimo divieto, altre ordinanze firmate dal sindaco stanno facendo discutere. Macrì ha stabilito regole stringenti anche su canti, balli e perfino sui juke-box. Un'altra ordinanza vieta di tenere ad alto volume “radio, juke-boxe, mangianastri e in generale apparecchi a diffusione sonora” dalle 14 alle 16.30 e di svolgere “attività ludiche” dalle 14 alle 16.30 e dalle 4 alle 10. Sono misure che riguardano in particolar modo le discoteche di Tropea, che “dovranno rispettare le ordinanze sindacali che saranno emanate in ordine ai decibel massimi consentiti nonché agli orari di chiusura delle stesse attività”.
Il sindaco non si è però preoccupato solo di turisti e movida. Il suo interesse censorio si è concentrato anche su luoghi più 'tranquilli' come... i cimiteri.

Un'altra ordinanza vieta l'utilizzo di “fiori freschi” nel camposanto dall'1 giugno al 30 settembre. L'alternativa? “L'impiego di fiori finti”. E questo perché, spiega Macrì nel provvedimento, “durante i mesi estivi, con l'innalzarsi della temperatura, è necessario porre in essere provvedimenti tesi alla prevenzione di fenomeni di inquinamento, nocivi per la salute dei cittadini”.

I fiori freschi del cimitero rappresentano “una potenziale causa di inquinamento, per la rapida decomposizione determinata dal caldo intenso”. Anche in questo caso, per i trasgressori sono previste sanzioni severe, con multe da 25 a 500 euro.
Il tempo della vida loca, a Tropea, è finito.

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