"Troppo di destra": Rao escluso dalle nomine Rai. Scoppia la protesta

Nomi prestigiosi del giornalismo, della cultura e della magistratura hanno firmato un appello a seguito dell'indiscrezione su Nicola Rao

"Troppo di destra": Rao escluso dalle nomine Rai. Scoppia la protesta

Le nomine Rai stanno creando ben più di qualche malumore ma, oltre ai musi lunghi in casa Movimento 5 stelle per non aver ottenuto nemmeno un ruolo di rilievo durante la lottizzazione, va aggiunto un caso che sta scuotendo il mondo della cultura e del giornalismo. Nicola Rao è una firma d'eccellenza, nonché uno scrittore di comprovata fama, che nel corso degli anni ha ricorperto ruoli importanti in Rai. Oggi è vicedirettore nazionale di tutti i tg regionali Rai ma in passato è stato anche vicecaporedattore della redazione poltica del Tg2. Ma la Repubblica riferisce che Nicola Rao viene "considerato troppo di destra" per dirigere una testata.

Nicola Rao ha firmato importanti interviste esclusive, come quella ad Alì Agca, il responsabile dell'attentato a Giovanni Paolo II. Nel 1993 è stato il primo giornalista italiano a esternare che dietro il biennio delle stragi 1992-1993 ci fosse la mano di Cosa nostra. Ha firmato il documentario "1978. L'inverno più lungo", trasmesso da Tg2 dossier a 30 anni dal caso Moro. Il suo libro Il sangue e la celtica (Ed. Sperling), insieme ai libri di Giovanni Bianconi, è il saggio più approfondito sul terrorismo nero.

All'indiscrezione di una presunta esclusione perché "troppo di destra" hanno risposto molti giornalisti, magistrati, scrittori, avvocati e saggisti, firmando un appello in cui ci si interroga sulla veridicità di quanto emerso che, se fosse confermato, rappresenterebbe un precedente importante. "Abbiamo appreso da 'la Repubblica' che il giornalista e storico Nicola Rao non è stato nominato dai vertici Rai direttore di una testata nel recentissimo giro di nomine perché 'troppo di destra per aver scritto libri come Il sangue e la celtica'. Ci auguriamo che tutto ciò non risponda al vero. Saremmo altrimenti in presenza di un caso di grave discriminazione culturale e disinformazione aziendale", si legge nell'appello.

I professionisti che si sono esposti in difesa di Rao, poi, proseguono: "I libri che nel corso di decenni Nicola Rao ha scritto sugli Anni di piombo sono frutto di un enorme, serio e obiettivo lavoro di ricerca storica e indagine investigativa (che ha permesso finanche di riparare a un errore giudiziario, dimostrato dalla sua inchiesta sulle torture ai terroristi rossi). La sua opera, quindi, ha rappresentato e rappresenta una pietra miliare per quanti di noi si sono sempre occupati della materia".

Hanno sottoscritto l'appello: Vittorio Macioce, giornalista e scrittore. Gianremo Armeni, sociologo e scrittore. Antonella Beccaria, giornalista e scrittrice. Fulvio Bufi, inviato del Corriere della sera. Aldo Cazzullo, inviato del Corriere della sera e scrittore. Gigi Di Fiore inviato del Mattino e storico. Paride Leporace, vicedirettore del Quotidiano del sud e scrittore. Nicola Lofoco, giornalista e scrittore. Paolo Morando, giornalista e scrittore. Gianni Scipione Rossi, giornalista e storico. Guido Salvini, magistrato e saggista. Vladimiro Satta, documentarista e storico.

Davide Steccanella, avvocato e saggista. Ugo Maria Tassinari, giornalista e saggista. Luca Telese, giornalista e scrittore. A loro si aggiungono: Andrea Ungari, professore universitario e storico. Paolo Martini giornalista culturale Adnkronos.

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