Non si placa la bufera sull'Unar, l'Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali. Dopo il servizio de Le Iene in cui sono state documentate orge e sesso a pagamento nei circoli legati ad associazioni gay finanziate dall'Unar, il direttore dell'Ente è stato convocato dal sottosegretario dalla Presidenza, Maria Elena Boschi, ed ha rassegnato le dimissioni.
In molti infatti in queste ore stanno chiedendo lumi sulla vicenda. Non c'è solo il finanziamento da 55mila euro finito (denari pubblici) all'associazione cui fanno riferimento i circoli in cui si organizzano orge gay e ci sono casi di prostituzione, ma anche la possibilità che il direttore dell'Unar - Francesco Spano - sia collegato ad una di essa. Il nome dell'associazione, tenuto nascosto da Le Iene, sarebbe l'Anddos. Durante il sopralluogo, l'inviato delle iene Filippo Roma ha parlato con molti clienti del circolo che hanno ammesso di come all'interno ci siano "dark room" per il sesso libero e soprattutto che si effettuino massaggi con "servizi extra" a pagamento. Insomma, sarebbe prostituzione.
Il direttore dell'Unar.
In queste ore le associazioni cattoliche stanno chiedendo a gran voce le dimissioni di Francesco Spano, direttore dell'Unar. Online è partita anche una raccolta firme. L'accusa rivolta contro Spano, ora convocato da Maria Elena Boschi, è quella di essere legato in qualche modo all'Anddos, visto che - secondo Adinolfi - "basta una rapida ricerca su Internet per scoprire che Spano è stato coinvolto in prima persona in eventi promossi dall’Anddos ed era presente alla inaugurazione della nuova sede nazionale a Roma". Secondo Mario Adinolfi, giornalista e leader del Popolo della Famiglia, Spano si sarebbe iscritto all'Anddos il 18 marzo scorso e sarebbe andato all'inaugurazione col presidente Marco Canale il 10 giugno.
Le reazioni
Duro l'attacco di Massimo Gandolfini, presidente del Comitato promotore del Family day: "Finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di sollevare il velo di omertà ed ipocrisia che copre il mondo della prostituzione gay: il servizio de Le Iene ha fotografato una realtà che denunciamo da tempo, ma che il politicamente corretto si ostina a negare. Non ci è nota l'associazione in causa ma non è certamente l'unica che travestendosi di scopi culturali per pagare meno tasse persegue scopi ignobili. Tutto ciò è aggravato dal silenzio delle Istituzioni: sono passati 14 giorni dall'inchiesta e il Dipartimento delle Pari Opportunità tace". Anche la politica non si è fatta attendere. Giorgia Meloni in mattinata ha rilanciato l'inchiesta de Le Iene ricordando che lo stesso Unar un anno fa la "censurò" invitandola a cambiare i toni con cui parla di immigrazione. Carlo Giovanardi chiede di bloccare immediatamente i finanziamenti a chi fa "prostituzione e aberrazioni sessuali". Maurizio Gasparri invita il governo a prendere le distanze dall'Unar e chiede la "testa" del direttore. Lega e M5S, invece, hanno già annunciato interrogazioni parlamentari. In particolare i leghisti chiedono "chiarezza sui costi e sulle spese dell'Unar, dal 2011 ad oggi" e "l'immediata chiusura" dell'Ente.
Intanto il Codacons ha presentato questa mattina un esposto alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica di Roma, in cui si chiede di aprire un'indagine sull'utilizzo dei fondi pubblici da parte dell'Unar: "Se il servizio delle Iene trovasse rispondenza alla realtà - scrive il Codacons - si solleverebbero dubbi non solo sullo spreco di denaro pubblico ma sull'illecito utilizzo dello stesso e dunque sul grave danno alla P.A.
e a tutta la collettività, oltre a gettare una luce inquietante su tutta l'azione dell'Unar, ritenendosi pertanto indispensabile, necessario e doveroso che le autorità adite svolgano tutte le indagini volte a stabilire come siano stati assegnati i finanziamenti, sulla base di quali criteri e come siano stati effettivamente investiti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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