Ecco il "bonus" per le vacanze 325 euro per chi resta in Italia

C’è sul tavolo del governo uno studio che è basato sulla detrazione fiscale. Intervento che costerebbe allo Stato tra 1,2 e 1,5 miliardi di euro

Ecco il "bonus" per le vacanze 325 euro per chi resta in Italia

Un bonus per andare in vacanza. Gli scienziati ci dicono che la prossima estate sarà italiana. Già, perché sarà quasi sicuramente impossibile recarsi all’estero per godere di una meritata pausa dal lavoro. Se sarà possibile, riscopriremo le bellezze italiane. Si andrà in spiaggia magari vicino casa. Senza troppa ambizione. Le richieste dei settori più colpiti dal coronavirus, intanto, si moltiplicano e si avverte l’esigenza di supportare chi è in difficoltà.

Risponde a questa necessità il lavoro in corso per incentivare la ripresa di una delle aree economiche in assoluto più tartassate dalla pandemia, il turismo, che si vorrebbe rilanciare con aiuti diretti per l’acquisto di pacchetti vacanza. Ma non è semplice farlo con buoni spesa automatici e immediati, scrive il Sole 24 Ore. C’è invece sul tavolo un meccanismo basato sulla detrazione fiscale, intervento che costerebbe allo Stato tra 1,2 e 1,5 miliardi di euro.

La bozza condivisa tra vari ministeri prevederebbe al momento una detrazione fiscale delle spese del 2020 per soggiorni di almeno tre notti presso strutture ricettive italiane. Una boccata di aria fresca per le strutture alberghiere, le spiagge, i lavoratori stagionali e le agenzie di viaggio. L’ipotesi di partenza è riservare il beneficio a lavoratori dipendenti e professionisti con un reddito complessivo compreso tra 7.500 e 26mila euro. Lo sgravio sarebbe rapportato al numero di componenti del nucleo familiare: massimo 100 euro con nessun componente a carico, 100 euro aggiuntivi per il primo componente, 75 euro per il secondo e 50 euro per il terzo. Arrivando dunque a un massimo di 325 euro.

Per accelerare il vantaggio economico, i lavoratori dipendenti potrebbero chiedere che la detrazione venga applicata dal sostituto d’imposta già nel mese successivo alla presentazione della richiesta. Il lavoro dei tecnici del governo però non basta a considerare chiuso il dossier. Ci sono diversi interrogativi ancora da affrontare. E ci si chiede, in particolare, se sia utile lanciare un bonus vacanza già con il decreto di fine aprile, praticamente a lockdown ancora in corso.

Poi c’è la scienza che potrebbe bloccare tutto. Non è chiaro, infatti, se esistono le condizioni sanitarie per programmare un turismo su larga scala già quest’estate. Non è ancora certo se potremo o meno andare al mare, in montagna o in campagna. Stando a quello che spiegano i vari esperti, anche se non mancano le opinioni contrastanti, il caldo di questa primavera e soprattutto quello di quest’estate dovrebbe aiutarci a limitare e a sconfiggere - forse però non del tutto - la pandemia.

Il virologo, Fabrizio Pregliasco, qualche giorno fa non si era rivelato particolarmente incoraggiante. Il direttore sanitario del Galeazzi di Milano aveva dichiarato: "Come mi aspetto di vedere le spiagge ad agosto? Mezze vuote…". Ecco, una previsione tutt’altro che rosea. Ma andiamo avanti. Il vantaggio fiscale basterà di fronte ai timori degli italiani per situazioni di sicurezza, ad esempio in spiaggia, ancora del tutto indefinite? Questo è un altro quesito a cui si dovrà dare risposta.

Non si può nemmeno escludere che l’intervento in studio possa essere tenuto in standby ancora per qualche settimana ed essere rilanciato, se si deciderà di varare un ulteriore decreto legge per gli investimenti e il rilancio magari a maggio. Gli operatori turistici premono per segnali immediati.

Confturismo-Confcommercio ha stimato, solo per il periodo marzo-maggio, un calo nelle strutture ricettive di oltre 31,5 milioni di presenze con una perdita di giro d’affari di poco inferiore a 7,5 miliardi. Un incubo per tutti quegli italiani che vivono di turismo. Uomini e donne che, nel Belpaese, non sono certo pochi.

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