Vaccinarsi all'estero? Ora si può. L'invito arriva dalla Serbia, uno dei Paesi dell'Unione Europa dove la campagna vaccinale procede a passo spedito. "Dall'11 gennaio - si legge sul sito dell'ambasciata italiana a Belgrado -dall’11 gennaio anche i cittadini stranieri (con o senza permesso di soggiorno), oltre a quelli serbi, possono esprimere il loro interesse per la vaccinazione contro COVID-19 compilando un semplice questionario sul Portale eGovernment (eUprava)". Ma non è tutto. Si può persino esprime una preferenza tra le varie opzioni di vaccino. "Si può optare per i vaccini Pfizer, Sputnik V, Sinopharm, AstraZeneca e Moderna. - prosegue ancora la nota - È possibile esprimere anche una scelta multipla".
Il turismo del vaccino
Lo chiamano "turismo del vaccino", l'ultima frontiera delle "gite fuori porta": andata e ritorno con l'immunità in tasca. La proposta giunge dal Belgrado, capitale della Serbia, dove i vaccini di certo non mancano. Anzi, a dirla tutta, ve ne sono in abbondanza. Così tanti - a differenza dell'Italia dove, invece, vengono centellinati - da proporne persino ai turisti stranieri. E i tempi di attesa, tra l'appuntamento e l'inoculazione, sono da guinness dei primati: più o meno 48 ore. Insomma, una punturina e via, il gioco è fatto.
Sul sito dell’ambasciata italiana viene tutto spiegato nei dettagli. Per chi fosse interessato alla trasferta: "dall’11 gennaio anche i cittadini dall’estero, con o senza permesso di soggiorno, possono compilare l’application sul portale". Unica complicazione è che è tutto in lingua serba. L’ulteriore vantaggio è che si può scegliere anche il vaccino in un’ampia gamma, che oltre a Pfizer, Astrazeneca e Moderna offre pure il vaccino cinese e lo Sputnik russo.
"Ho prenotato e fatto il vaccino in 48 ore"
Il vaccino a "portata di click" per gli stranieri, funziona eccome. Ne dà conferma il conte Simone Avogrado di Vigliano che, qualche giorno fa, è volato nei Balcani per fare l'inoculazione. "Ho prenotato e in 48 ore ho avuto la dose", racconta al Corriere.it. La sua vita professionale si divide tra Serbia, Italia e Malesia, dove vive con la famiglia: "Lavoro e vivo in giro per il mondo con l’azienda di famiglia e ho anche un ufficio in Serbia. - continua - Abito tra Milano e Singapore, dove tra l’altro mi avevano proposto la vaccinazione. Ma causa Covid non riesco a rientrare in Asia da Natale".
Avendo 57 anni, in Italia, nell’ipotesi più fortunata, sarebbe finito nelle liste vaccinali di giugno. Però a febbraio i suoi partner balcanici gli raccontano della possibilità di fare il vaccino all’estero. "Per me invece si è mossa la Camera di commercio locale — spiega il conte Avogadro di Vigliano —. Dopo aver vaccinato rapidamente anziani e fragili, hanno incoraggiato le somministrazioni agli imprenditori e in generale alle categorie produttive per favorire la ripresa dell’economia".
Sul portale dell'ambasciata si può scegliere il vaccino: "vale anche la risposta multipla", recita. "Io ho scelto Pfizer e in 48 ore ho avuto l’appuntamento in un ospedale di Belgrado.
- spiega il 57enne - Per la prima dose, a inizio marzo, sono rimasto qualche giorno per motivi di lavoro. Ho unito l’utile al dilettevole. Per la seconda, sono andato e tornato dopo qualche ora". In valigia ora ha il certificato di vaccinazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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