''La speranza di trovare ancora persone vive dopo la valanga c'è sempre perché quelle condizioni tecniche difficilissime possono aver dato luogo a condizioni molto particolari''. Il Capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio non ha perso la fiducia. E anche gli latri soccorritori non chiudono all'ipotesi di trovare qualcuno ancora vivo sotto le macerie dell'hotel Rigopiano. "Ci sono ancora speranze di trovare qualcuno vivo", dicono gli operatori che si trovano sul posto. Intanto il numero dei dispersi sale a quota 24. I superstiti restano finora 11, mentre le vittime sono 5. E c'è chi tra i sopravvissuti racconta quella terribile esperienza.
Uno di questi è Vincenzo Forti, superstite insieme alla fidanzata Giorgia Galassi: "È stata una bomba, mi sono ritrovato i pilastri addosso. Ero seduto sul divano e i pilastri sono scivolati in avanti tagliandolo in due. Ci siamo salvati per questo. Io sono rimasto senza scarpe. Indossavo i leggings che mi aveva prestato la mia fidanzata. In un attimo ci siamo ritrovati in tre in un metro quadrato. Ci siamo abbracciati, nutrendoci di neve. La paura è stata tanta e abbiamo pregato". "Ho sperato fino all’ultimo che mio fratello fosse vivo - ha spiegato Massimiliano Giancaterino, ex sindaco di Farindola e fratello di Alessandro, il cameriere dell’albergo tra le vittime della tragedia - Anche un minuto prima di riconoscerlo. Fino all’ultimo egoisticamente ho sperato che il suo portafogli fosse finito accanto a un altro corpo, ma poi mi è piovuta addosso la realtà durissima". "Conoscevo benissimo quella zona - ha aggiunto parlando a L’Arena di Massimo Giletti - e la vedo dalle mie finestre. Non è una zona dove di solito vengono le slavine.
Anche gli anziani della zona parlano di una slavina che si è abbattuta su una zona non lontana ma moltissimi anni fa. Ho lavorato anch’io nell’hotel, mentre facevo l’università, quando la struttura era poco più che una pensione ed era un posto bellissimo, ma è stato tutto ristrutturavo nel 2008 e ritenevo fosse una struttura solida".
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