Una lettera anonima è stata inviata per mail a diciassette dipendenti del Governatorato del Vaticano e a due diocesi della città di Roma. Ha scritto al riguardo Massimo Franco sul Corriere della Sera che la missiva "...vuole essere un atto di accusa contro il direttore dello Ior, Gianfranco Mammì. E ancora che:"La forma, riferisce chi ha avuto modo di scorrere la lettera, sarebbe quella di una «confessione» nella quale il dirigente bancario si scuserebbe per una serie di episodi, alcuni pubblici e altri molto privati, avvenuti durante la sua carriera: molti dei quali riguardano proprio la sua attività presso l’Istituto per le Opere di religione". Mammì, nel frattempo, avrebbe negato l'esistenza di qualsiasi legame tra la sua persona e la lettera anonima. La faccenda, quindi, potrebbe risultare più complicata del previsto. Lo Ior, peraltro, è stato recentemente interessato da due allontanamenti. Il direttore generale aggiunto Mattietti, che era stato nominato contemporaneamente a Mammì, è stato allontanato a causa di "violazioni amministrative", ragioni che non sono state ulteriormente specificate. Il 17 giugno del 2017, poi, si era dimesso il supervisore generale Libero Milone. La causa? Secondo Milone sarebbero avvenute "minacce di arresto".
L'autore della missivia, però, non sarebbe ancora stato rintracciato né si conoscerebbe il computer dal quale sarebbe partito il testo in questione. L'ombra dell'ipotesi di un complotto contro Bergoglio, quindi, si allunga su tutta questa storia: "I collaboratori di Francesco - ha scritto sempre Massimo Franco nell'articolo citato - sostengono che si tratta di un' operazione tesa a screditare il suo papato; e a mostrarlo caotico e inquinato da veleni e faide interne come nell'ultima fase di quello di Benedetto XVI, che si dimise, esasperato, nel febbraio del 2013. E ancora:"Il problema è che la confusione è difficile da ignorare. In un anno, i vertici finanziari ai quali erano state affidate le riforme sono stati decapitati. Il 19 giugno del 2017 si dimise il supervisore generale Libero Milone, che era stato scelto personalmente da Jorge Mario Bergoglio due anni prima per fare pulizia nei conti vaticani; e tre mesi dopo Milone rivelò che le sue non erano state dimissioni consensuali, ma provocate da minacce di arresto. E nello spazio dell' ultimo mese è saltato Mattietti e ora si muove un "corvo" per colpire Mammì, che col suo vice avrebbe avuto seri contrasti a causa di una gestione definita troppo «personalistica» dello Ior". Un'eminenza di "lungo corso", poi, sosterrebbe che alla base di tutto ci sia un disegno messo in atto da certi ambienti americani. Il Papa sarebbe finito per essere "attenzionato" da questi poteri oscuri a causa delle sue prese di posizione nei confronti del modello economico capitalista. Complotto o no le finanze vaticane continuano a rimanere centrali nelle cronache giornalistiche: il C9, il minidirettorio cardinalizio istituito da Papa Francesco per riformare la Curia romana, è stato accusato di non aver ancora riformato quanto promesso.
George Pell, invece, il prefetto della Segreteria per l'economia del Vaticano, si trova attualmente in Australia dove deve difendersi da accuse di abusi sui minori e da quelle di aver coperto altri casi di questo tipo. La confusione, in ogni caso, sembra lungi dall'essere indimostrabile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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