Il sonno interrotto da un colpo di tosse. L'ennesimo. Il cuore che rimbalza sul petto. Il genitore si alza dal letto e corre dal figlio. Lo prende in braccio, lo ninna e magari il bimbo si riaddormenta. Immaginate questa litania che va avanti da due anni. 515 giorni, per l'esattezza. La sofferenza che alberga nell'animo di papà e mamma e la sofferenza che attanaglia un bambino di 4 anni e mezzo. Lui si chiama Lorenzo, vive a Ragusa e soffre di ipertrofia adenoidea, cioè una crescita del tessuto adenoideo normalmente presente nel rinofaringe di bambini e adolescenti che può causare problemi di tipo infettivo e ostruttivo. Per colpa di questa patologia, Lorenzo "soffre di apnee notturne, si risveglia durante la notte facendosi sempre la pipì addosso, fa così fatica a respirare che la sua postura e la sua arcata dentaria si stanno compromettendo". A denunciarlo è la madre, Laura Crisciori, che ha lanciato una petizione su Change.org che ha raggiunto oltre 80mila adesioni.
Da giugno del 2021 il figlio è stato messo in lista d'attesa per essere sottoposto a un intervento di adenoidectomia, ritenuta dagli otorini che lo hanno visitato l'unica soluzione. Perché si arriva a un punto in cui le cure prescritte coi medicinali e il cortisone non bastano. E non servono più. Solo la chirurgia può risolvere il problema. Ma la risposta che riceve Laura da mesi è questa: "Operiamo solo le emergenze, non abbiamo sedute operatorie per i bambini".
Ma chi stabilisce cosa è un'emergenza? In base a quali criteri? L'articolo 32 della Costituzione recita: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività". Chi sta tutelando la salute di Lorenzo? Dove sta il suo diritto di essere curato? L'intervento di rimozione delle adenoide non è neanche un intervento complesso, anzi è considerato quasi di routine e viene fatto pure in day hospital. Dove sta il problema? Manca il personale sanitario? Non ci sono anestesisti disponibili? C'è stato un disguido burocratico? In base alle classi di priorità previste nel Piano nazionale di governo il ricovero per i casi clinici che potenzialmente possono aggravarsi rapidamente al punto da diventare emergenti o, comunque da recare grave pregiudizio alla prognosi, dovrebbe avvenire entro 30 giorni.
Per i casi clinici che invece presentano intenso dolore, o gravi disfunzioni, o grave disabilità, ma che non manifestano la tendenza ad aggravarsi rapidamente al punto da diventare emergenti, né possono per l’attesa ricevere grave pregiudizio alla prognosi il ricovero dovrebbe avvenire entro 60 giorni. Per Lorenzo a oggi sono passati 515 giorni.
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