"Non ha voluto essere ricoverato né ha voluto nessun prolungamento". Così Alberto Veronesi, figlio dell'oncologo scomparso martedì sera nella sua casa di via Palestro, ha raccontato gli ultimi giorni di vita del padre.
Lui, che è sempre stato a favore dell'eutanasia e contro l'accanimento delle terapie, "ha scelto di andarsene in modo naturale". È "stato inevitabile". Attorno ad Alberto e alla famiglia Veronesi si è stretta tutta la città. Alla camera ardente allestita a Palazzo Marino da questa mattina, la coda di chi vuole portare un ultimo saluto al medico è infinita e silenziosa. Volti commossi di donne, amici ed ex pazienti.
"Ha curato oltre 50mila persone - spiega Alberto - la vicinanza dei suoi pazienti è commovente e ci dà forza".I funerali si terranno domani mattina alle 11 in Comune. "Suonerò per lui il Chiaro di luna di Beethoven è un brano della Turandot" dice figlio, direttore d'orchestra, l'unico a non aver intrapreso la carriera medica.
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