Lambert, la Cassazione cancella la sentenza sulla prosecuzione delle cure

Cancellata la sentenza sulla ripresa di alimentazione e idratazione al paziente tetraplegico da parte della Corte francese: ore decisive per lui e la famiglia

Lambert, la Cassazione cancella la sentenza sulla prosecuzione delle cure

Vincent Lambert è stato condannato a morte oggi dalla corte di Cassazione francese: e questa volta probabilmente in via definitiva.

Dichiarando “non competenti” in materia i giudici d’Appello, hanno cancellato il verdetto che aveva obbligato la struttura ospedaliera a riprendere la cura.

Questo ribalta la sentenza che poco più di un mese fa aveva ordinato la ripresa delle cure: ora l’ospedale Chu Sébastopol di Reims può in qualunque momento interrompere quelle che sono le somministrazioni minime per tenerlo in vita.

Le quali sono sostanzialmente la sola somministrazione dell’alimentazione e dell’idratazione: privare il sig. Lambert di queste, equivarrebbe a farlo morire di fame e sete, di fatto.

Immediata la dichiarazione dell’avvocato Patrice Spinosi, legale della moglie favorevole all’interruzione delle cure: "La spina si può staccare subito”, aggiungendo che "non ci sono più vie di ricorso possibili perché non ci sono più giudici a cui rivolgersi".

L’avvocato tra l’altro, non è nuovo a battaglie di questo tipo: nel 2012 facendo cancellare la detenzione per gli immigrati irregolari istituita nel 1398 tramite decreto-legge.

Successivamente nel 2014, sostenendo tre bambini nati all’estero ricorrendo all’utero in affitto, non registrati negli atti di nascita dello Stato francese.

Nel 2018 invece per il ricorso di un omosessuale a cui era stato vietato di donare il sangue, non avendo rispettato l’anno di astinenza sessuale prescritta dalla legge di oltralpe.

Di tutta altra opinione i genitori di Lambert, contrari a uno stop dei trattamenti che tengono in vita il tetraplegico in coma da dieci anni, minacciano una denuncia per "assassinio" se l’ospedale dovesse mettere in pratica quanto disposto nella sentenza.

Jérôme Triomphe, l’avvocato del padre e della madre, ha ricordato come Vincent Lambert non sia in fin di vita: “Il solo fatto di essere disabile giustifica l’arresto di cibo e idratazione? Questa sarebbe una discriminazione nei confronti delle persone con disabilità”.

Quasi macabro e surreale il dettaglio che

l’associazione “Je Soutiens Vincent”, la quale da anni lotta per salvare il tetraplegico dalla morte, fa notare: condannare a morte Lambert per fame e sete, mentre lo Stato proprio in questi giorni ricorda alla popolazione di idratarsi.

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