Xylella, l'Italia deferita dalla Ue: "Non ha impedito la diffusione del batterio"

Oggi l'appuntamento in Lussemburgo dinanzi alla Corte di giustizia europea per discutere il caso

Xylella, l'Italia deferita dalla Ue: "Non ha impedito la diffusione del batterio"

L'Italia sarà deferita oggi dalla Commissione europea alla Corte di giustizia Ue del Lussemburgo per non essere intervenuta in modo efficace al fine di arrestare la diffusione del batterio della xylella fastidiosa in Puglia. Lo si apprende a Bruxelles da fonti europee. Secondo l'esecutivo comunitario, le autorità italiane erano tenute a rispettare pienamente le norme europee in materia di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali e contro la loro diffusione nell'Ue, che prescrivono la rimozione delle piante infette dal territorio colpito non appena sia confermata per la prima volta la presenza di Xylella fastidiosa. Gli Stati membri sono tenuti ad adottare tutte le misure necessarie all'eliminazione del batterio per evitarne la diffusione in altri paesi.

Intanto arrivano i dati e il commento del presidente di Coldiretti, Gianni Cantele: "Con un miliardo di euro di danni e dieci milioni di piante infette stimate e il diffondersi veloce della malattia che dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente alle porte della provincia di Bari, era ampiamente preannunciata la scure di Bruxelles che passa dalle parole ai fatti contro l'Italia per i ritardi nella gestione della Xylella.

In 5 anni si sono susseguiti errori, incertezze e scaricabarile con effetti disastrosi sull'ambiente, sull'economia e sull'occupazione". Le cifre sono allarmanti, si parla di oltre 200mila campioni analizzati che testimoniano come in due anni si sia passati da 893 a 3045 piante infette in Puglia. Una vera piaga biblica.

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