Locanda Sempione, il senso della misura

Il locale milanese dello chef Tommaso Mandorino propone un’ottima cucina italiana senza eccessi creativi ma con materie prima di qualità e in un ambiente elegante e familiar. E si pone come un prototipo di ristorazione per tutti al giusto prezzo, un settore un po’ trascurato nella scena gastronomica attuale

Locanda Sempione, il senso della misura
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La ristorazione media, affidabile, di buona qualità, con prezzi onesti, è la vera zona d’ombra della scena gastronomica italiana, che seguendo la attuale narrazione sembra fatta soltanto da ristoranti fine dining (gli stellati riempiono i giornali ma sono uno zero virgola del business complessivo e soprattutto della percentuale dei coperti) oppure da pizzerie di ricerca o da trattorie fighette o da format acchiappa-click. Per questo saluto con piacere la nascita di posti come la Locanda Sempione, al numero 38 di Corso Sempione, che vanta almeno tre grandi atout.

Uno: è aperto sempre, a pranzo a cena, e questo lo rende un rifugio sicuro e confortevole, una locanda, appunto.

Due: vanta una cucina di ispirazione milanese ma con link a tutta Italia, e questo secondo me è quello che deve fare un ristorante italiano a Milano.

Tre: ha una figura come il maître e sommelier Lorenzo Colella, che appartiene a quella eletta schiera di professionisti che cambia il destino di un locale. Uno che farà strada, segnatevi il nome.

La Locanda Sempione ha aperto pochi mesi fa. Un locale spazioso, elegante senza eccessi, classico ma non impolverato, del genere bistrot di alto bordo. I coperti sono un’ottantina, ma c’è una sala da venti coperti al piano di sotto che può trasformarsi in un privé. La cucina, affidata al pugliese Tommaso Mandorino, classe 1992, propone una cucina che d’inverso predilige i sapori brumosi della Lombardia e del Piemonte, mentre nella bella stagione trasloca nel Mediterraneo facendo onore alle origini dello chef, anche se poi i due mondi si contaminano continuamente.

Il menu è ampio ma ordinato. Tra gli antipasti alcune citazioni locali, come i Mondeghili, schiacciati e con tre differenti salse, e un po’ di Piemonte (la Salsiccia di Bra, il Vitello tonnato), ma a me è piaciuto particolarmente il Carciofo, quasi alla giudia e con spinacino e uno zabaione di pecorino romano. Non ho provato, ma hanno buona fama, la Frisella di fassona piemontese con insalata di puntarelle e zafferano e il Polpo rosticciato con favetta bianca e cicoriella, Ci sono anche delle selezioni di salumi e formaggi di montagna. I primi sono la sezione più tradizionale: io ho apprezzato il Raviolo alla mantovana (ma senza amaretto) con zucca, burro, salvia, bitto e crudo di Bra. Da provare le Tagliatelle con crema di cime di rapa, la stracciatella e acciughe del Cantabrico, il piatto più pugliese del menu, mentre gli spiriti più localisti possono trovare rifugio nel Risotto alla milanese. Io ho proseguito con una Cotoletta alla milanese che collocherei non al primo posto – troppa concorrenza – ma certo nella parte sinistra di un’eventuale classifica cittadina. Ce n’è anche una versione con fontina al tartufo nero. Chi cerca un po’ di creatività può rivolgersi all’Agnello porchettatoalle erbe di bosco con crema di zucca mantovana e cipollotto arrosto anche se poi il secondo più riuscito è probabilmente la Guancia di vitello al Barolo, con cremoso di patata al timo e prugna glassata. Ai dolci il Tiramisud al pistacchio e la Mille frolle con crema pasticciera e frutti rossi.

Una bella cantina, nel sotterraneo, alimenta una carta molto solida e senza troppe avventure “naturali”. Del servizio abbiamo detto, Lorenzo è bravissimo e il suo staff lo segue con dedizione. I prezzi sono onesti, per un pasto completo con un bicchiere di vino potete aspettarvi di spendere 70 euro, ma se – come probabilmente accadrà – salterete almeno una portata scenderete attorno ai 50.

La Locanda Sempione è il tredicesimo locale cittadino di Milano Restaurant Group, fondato da Samuele Serra, una importante realtà che ha ristoranti di buon livello collocati in zone strategiche della città e che nel 2023 ha servito in totale 430mila clienti.

La punta di diamante è lo stellato L’Alchimia in viale Premuda (chef Giuseppe Postorino), ma ci sono anche La Locanda alla Scala, Il Cestino in via Madonnina, Rosso Brera, Il Cormorano a Isola e a Sempione, Il Tavolino in via Fara, Cantina della Vetra e Taverna del Borgo Antico in Brera.

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