E il Maghetto diventò borghese

È Harry Potter, the boy who lived, il bambino che è sopravvissuto al Signore Oscuro e a diciotto anni l’ha sconfitto, l’eroe del 2016

E il Maghetto diventò borghese

È Harry Potter, the boy who lived, il bambino che è sopravvissuto al Signore Oscuro e a diciotto anni l’ha sconfitto, l’eroe del 2016 (del mondo magico, non semplicemente babbano...). Un eroe con la «e» minuscola, perché crescere, diventare adulto, marito (di Ginny Weasley, sorella dell’amico Ron), padre di tre figli, fra cui l’impenetrabile Albus Severus in piena ribellione adolescenziale, è stata una evoluzione verso il molto normale. Nell’ottavo (attesissimo) libro della saga, Harry Potter e il bambino maledetto, che è uno spettacolo in scena a Londra al Palace Theatre dal luglio scorso, il maghetto - interpretato da Jamie Parker - è un impiegato al ministero della magia. Il suo capo, il ministro, è l’amica di una vita, Hermione. È uno da completo, mani in tasca, ritardo col fiatone, orologio da controllare, pile di documenti da smaltire. Ha 37 anni, e un sacco di problemi che lo angosciano.

Eppure tanta quotidianità, tanta banalità apparente non lo rendono un perdente: Harry Potter, ancora una volta, vince su tutti. Nel West End londinese, dove lo spettacolo è tutto esaurito fino al 2017; in libreria, dove l’ottavo volume (pubblicato in Italia da Salani come tutta la saga) è il bestseller dell’anno; al cinema, dove lo spin off Animali fantastici e dove trovarli, con sceneggiatura di J.K. Rowling (che sarà pubblicata da Salani il 16 gennaio) e il premio Oscar Eddie Redmayne come protagonista, è un successo di pubblico e di critica. E poi tutto un corollario di gadget, revival dei libri precedenti in classifica, e titoli legati alla nuova saga, come una collana di modellini in 3D per costruire gli animali fantastici proposta da Salani o i volumi sul mondo e il backstage del film pubblicati da HarperCollins. Oltre a una edizione d’eccezione del secondo volume, Harry Potter e la camera dei segreti, illustrata da Jim Kay, arrivata sugli scaffali giusto per Natale, insieme a una biografia made in Italy di J.K. Rowling (J.K. Rowling. L’incantatrice di 450 milioni di lettori di Marina Lenti, Edizioni Ares). Per un eroe con la «e» minuscola, che ormai sfodera raramente la bacchetta, non è poco.

Anzi sì, lo è, rispetto alla magia con cui riesce ancora a conquistare i suoi fan, a farli ridere e piangere e fare ore di coda. Perché è un successo planetario, ma comunque da babbani: molto meno di tutto quello che combina con Ron e Hermione, alla fine...

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