Ettore Majorana è scomparso nel 1938. Un anno prima di sparire pubblicò un lavoro in cui formulò l'ipotesi della esistenza di particelle oggi note come particelle di Majorana. Queste particelle aprono orizzonti nuovi in un settore tecnologico di vitale importanza per il trasporto dell'Energia Elettrica: i materiali superconduttori. Immaginando l'energia elettrica come fatta di persone è come se potessimo andare da Roma a New York senza spendere una Lira. La superconduttività nelle sue diverse caratteristiche è stata discussa su queste colonne. Evitiamo di riparlarne.
La scoperta sulle particelle di Majorana in superconduttività va presa come l'inizio di una nuova serie di complesse e difficilissime ricerche tecnologiche. Non è un caso che queste ricerche abbiano le loro radici in ciò che seppe immaginare ben 77 anni fa un fisico classificato genio da Enrico Fermi.
Quando sparì, Enrico Fermi disse alla moglie (Laura Fermi): «Ettore era troppo intelligente. Se ha deciso di sparire, nessuno riuscirà a trovarlo. Pur tuttavia dobbiamo tentare tutte le strade»; e infatti si rivolse a Mussolini affinché si impegnasse in prima persona. In quella occasione Fermi (Roma 1938) disse: «Al mondo ci sono varie categorie di scienziati; gente di secondo e terzo rango, che fan del loro meglio ma non vanno molto lontano. C'è anche gente di primo rango, che arriva a scoperte di grande importanza, fondamentali per lo sviluppo della scienza. Ma poi ci sono i geni, come Galilei e Newton. Ebbene, Ettore Majorana era uno di questi». Fermi considerava Majorana un genio in quanto pochi come lui avevano della fisica di quei tempi una visione così completa.
Per capire la genialità di Majorana si pensi a oggi. È come se venisse fuori un fisico per dirci che le basi del cosiddetto Modello Standard sono totalmente diverse da quanto da noi finora pensato. Il Modello Standard è la sintesi di tutto ciò che siamo riusciti a capire negli ultimi cinquant'anni.
Il grande scrittore siciliano Leonardo Sciascia era convinto che Ettore Majorana avesse deciso di sparire perché aveva capito - lavorando con Fermi - che le forze nucleari avrebbero portato agli ordigni nucleari (un milione di volte più potenti di quelli convenzionali) come quelli che distrussero Hiroshima e Nagasaki. Venne a trovarmi a Erice e discutemmo diversi giorni su questo tema. Cercai di convincerlo, ma ci fu poco da fare. Dopo avere riflettuto sui nostri colloqui, penso che sia stata una mia precisazione sulla genialità di Majorana a corroborare l'idea di Sciascia. A un certo punto della conversazione dissi a Sciascia che, pur essendo quasi impossibile prevedere - con quanto i fisici sapevano in quegli anni - che un nucleo pesante potesse rompersi dando luogo al processo di fissione nucleare a catena, questo si riferiva ai fisici che Fermi classificava al primo livello e cioè a coloro che sanno fare scoperte e invenzioni, non ai geni come Ettore Majorana. Fu questa precisazione a convincere Sciascia che in fondo la sua idea su Majorana fosse non solo probabile ma addirittura corrispondente a verità. Verità corroborata dalla sua scomparsa.
Ebbene, quest'uomo era stato dimenticato da tutti quando, nel 1962, venne istituita al CERN di Ginevra la Scuola Internazionale di Fisica Subnucleare, con sede a Erice, la prima delle centoventiquattro scuole di cui oggi consta il Centro di Cultura Scientifica che porta il suo nome: il primo esempio al mondo di Università del III Millennio. Vorrei ricordare la testimonianza di un esponente illustre della Fisica del XX secolo, Robert Oppenheimer, che nel 1967 decise di ritornare a fare il fisico. Scelse il CERN di Ginevra: il più grande Laboratorio Europeo di Fisica Subnucleare. Nel quinto anniversario della Scuola di Erice ci fu al CERN una Cerimonia celebrativa in ricordo di Majorana cui parteciparono fisici illustri. A chi scrive - allora molto giovane - venne affidato il compito di parlare delle particelle di Majorana. Oppenheimer venne nel mio studio per esprimermi il suo apprezzamento sulla scelta del nome che era stato dato alla Scuola di Erice di cui tutti parlavano come Università del III Millennio. E mi raccontò che nella realizzazione del Progetto Manhattan, c'erano stati tre momenti di crisi. Nella riunione di vertice per risolvere la prima crisi Fermi, rivolto a Wigner (padre del Teorema del Tempo), disse: «Qui ci vorrebbe Ettore». Alla seconda crisi, quando il Progetto sembrava essersi incanalato su un binario morto, Fermi ripeté: «Ci vorrebbe Ettore!». Il vertice, oltre al Direttore del Progetto (Oppenheimer), era composto da tre persone: due scienziati (Fermi e Wigner) e un generale. Dopo la riunione top-secret, il Generale decise di chiedere al grande Professor Wigner chi fosse questo «Ettore» e Wigner rispose: «Majorana». Il Generale chiese se era possibile sapere dove potesse trovarsi per cercare di portarlo in America. Wigner rispose: "Purtroppo è scomparso nel 1938 e nessuno è mai riuscito a trovar la pur minima traccia".
Il più giovane assistente di Einstein, il grande fisico Peter Bergmann, mi raccontò che secondo Einstein il valore di una teoria scientifica è proporzionale al tempo necessario per scoprirne sperimentalmente la validità. Due anni fa è venuta fuori la prova sperimentale sulla esistenza della “particella di Dio”, proposta nel 1964 da sei fisici tra cui Higgs, Englert e Kibble.
Come detto più volte, il motivo di questa definizione è stata l'enorme difficoltà per arrivare a dimostrarne l'esistenza: 48 anni. Per scoprire l'esistenza della particella di Majorana ci sono voluti 77 anni. La particella di Majorana batte quindi la particella Higgs.*Presidente Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana, Erice-Geneva
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.