La guerra segreta sul Delta del Po tra spie, sabotaggi e donne fatali

Nel libro “É cessata la pioggia“ di Claudio Vallarini una pagina di Storia rimasta finora misteriosa: il conflitto nel Veneto meridionale dall’Armistizio alla Liberazione. Dove eroi sconosciuti combatterono a fianco di padri della Patria. E con finali a sorpresa

Il libro “È cessata la pioggia“ di Claudio Vallarini
Il libro “È cessata la pioggia“ di Claudio Vallarini

C’è la storia di «Cicolani», pescatore mezzo cieco che Roberto Rossellini volle attore in Paisà, e che diventò capo partigiano sul Delta del Po. O «Icaro» nome di battaglia di Giovanni Rocco Bertolazzi, ragazzo di Melegnano e comandante della Missione ZZZ-Biplane, che organizzò la più micidiale operazione di sabotaggio ferroviario in Italia contro i mezzi di trasporti tedeschi. O ancora «Fiammetta», alias di Maria Ciofalo, studentessa messinese, arruolata dagli inglesi dopo aver preso parte alle «Quattro giornate di Napoli, la prima donna paracadutista in Italia. C’è il viaggio, o meglio il tentato viaggio, a Brindisi, via sommergibile, di Ferruccio Parri, comandante della Resistenza italiana che, di lì a poco sarebbe diventato il primo ministro della Nazione e padre della Costituzione, organizzato dall'agente «Argo», il pilota padovano Giordano Bruno Rossoni, sbarcato alcuni mesi prima a Rosolina Mare, una vicenda che avrebbe potuto riscrivere la Storia d’Italia. C’è tutto questo e altro, materiale inedito, storie mai raccontate, eroi nascosti nell’ombra, nel libro di Claudio Vallarini «É cessata la pioggia», titolo che richiama le frasi in codice di Radio Londra, un’opera appassionata e documentata (disponibile su Amazon), attraverso gli archivi della Marina Militare e dell’Università di Padova, su quella che fu la guerra segreta combattuta sul Delta veneto del Po tra il 1943 e il 1945, nel Veneto occupato dalla Wehrmacht e base logistica delle operazioni tedesche. La diffidente collaborazione tra le forze armate anglo americane e il movimento di Liberazione, le spericolate operazioni di sabotaggio, le missioni segrete di spionaggio e controspionaggio, le stragi silenziose sulle foci del Po, lontane dai teatri di guerra principali ma non meno decisive, le fortificazioni germaniche nella pianura e sui Colli Euganei, le operazioni sottomarine nel Delta del Po per sbarcare agenti segreti o per recuperare prigionieri di guerra. Non mancano nel lavoro di Vallarini, più di trecento pagine di foto e documenti, le drammatiche vicende di Castelbaldo, Villa Bartolomea e Villamarzana, 43 fucilati dai fascisti, medaglia d’argento al Valor militare: solo uno riuscì a scampare alla morte, fu ferito durante la fucilazione ma non ucciso, si risvegliò nella fossa comune assieme ai cadaveri. Nel libro trovano spazio l'Università padovana e i suoi professori Concetto Marchesi, Egidio Meneghetti, Lanfranco Zancan e Ezio Franceschini, futuro rettore dell'Università Cattolica di Milano, che con Marchesi allestì un'efficientissima rete informativa operante tra Lugano, Milano e Padova. È un pezzo di Storia sconosciuta che rivela e completa, che spiega e racconta. Con una sua morale.

Come scriveva il tenente Paride Brunetti: «Noi avevamo una grande, immensa speranza: la morte non ci interessava, era già scontato di morire, forse ci preoccupava di essere torturati e parlare, ma avevamo la speranza che chi di noi avesse visto la fine della guerra, avrebbe visto un mondo migliore...»

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