C’è la storia di «Cicolani», pescatore mezzo cieco che Roberto Rossellini volle attore in Paisà, e che diventò capo partigiano sul Delta del Po. O «Icaro» nome di battaglia di Giovanni Rocco Bertolazzi, ragazzo di Melegnano e comandante della Missione ZZZ-Biplane, che organizzò la più micidiale operazione di sabotaggio ferroviario in Italia contro i mezzi di trasporti tedeschi. O ancora «Fiammetta», alias di Maria Ciofalo, studentessa messinese, arruolata dagli inglesi dopo aver preso parte alle «Quattro giornate di Napoli, la prima donna paracadutista in Italia. C’è il viaggio, o meglio il tentato viaggio, a Brindisi, via sommergibile, di Ferruccio Parri, comandante della Resistenza italiana che, di lì a poco sarebbe diventato il primo ministro della Nazione e padre della Costituzione, organizzato dall'agente «Argo», il pilota padovano Giordano Bruno Rossoni, sbarcato alcuni mesi prima a Rosolina Mare, una vicenda che avrebbe potuto riscrivere la Storia d’Italia. C’è tutto questo e altro, materiale inedito, storie mai raccontate, eroi nascosti nell’ombra, nel libro di Claudio Vallarini «É cessata la pioggia», titolo che richiama le frasi in codice di Radio Londra, un’opera appassionata e documentata (disponibile su Amazon), attraverso gli archivi della Marina Militare e dell’Università di Padova, su quella che fu la guerra segreta combattuta sul Delta veneto del Po tra il 1943 e il 1945, nel Veneto occupato dalla Wehrmacht e base logistica delle operazioni tedesche. La diffidente collaborazione tra le forze armate anglo americane e il movimento di Liberazione, le spericolate operazioni di sabotaggio, le missioni segrete di spionaggio e controspionaggio, le stragi silenziose sulle foci del Po, lontane dai teatri di guerra principali ma non meno decisive, le fortificazioni germaniche nella pianura e sui Colli Euganei, le operazioni sottomarine nel Delta del Po per sbarcare agenti segreti o per recuperare prigionieri di guerra. Non mancano nel lavoro di Vallarini, più di trecento pagine di foto e documenti, le drammatiche vicende di Castelbaldo, Villa Bartolomea e Villamarzana, 43 fucilati dai fascisti, medaglia d’argento al Valor militare: solo uno riuscì a scampare alla morte, fu ferito durante la fucilazione ma non ucciso, si risvegliò nella fossa comune assieme ai cadaveri. Nel libro trovano spazio l'Università padovana e i suoi professori Concetto Marchesi, Egidio Meneghetti, Lanfranco Zancan e Ezio Franceschini, futuro rettore dell'Università Cattolica di Milano, che con Marchesi allestì un'efficientissima rete informativa operante tra Lugano, Milano e Padova. È un pezzo di Storia sconosciuta che rivela e completa, che spiega e racconta. Con una sua morale.
Come scriveva il tenente Paride Brunetti: «Noi avevamo una grande, immensa speranza: la morte non ci interessava, era già scontato di morire, forse ci preoccupava di essere torturati e parlare, ma avevamo la speranza che chi di noi avesse visto la fine della guerra, avrebbe visto un mondo migliore...»- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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