Jenny Saville, una "mostra diffusa" per far ripartire l'arte

Oltre un centinaio di opere della Saville nei cinque più importanti musei di Firenze fino al 20 febbraio 2022

Jenny Saville, una "mostra diffusa" per far ripartire l'arte

A Firenze dal 30 settembre 2021 c’è Jenny Saville. E dire “a Firenze”è il modo più adatto per parlare del nuovo progetto espositivo dell’artista inglese, la più quotata al mondo, perché l’intera operazione - a cura del direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti - vede oltre un centinaio delle sue opere animare le sale di cinque dei più importanti musei del capoluogo toscano; oltre al museo Novecento, infatti, sono il museo di Palazzo Vecchio, il museo dell’Opera del Duomo, il Museo degli Innocenti e Casa Buonarroti ad ospitare questa insolita, ma assolutamente affascinante, mostra diffusa.

Un modo originale e davvero interessante di far ripartire, ancora una volta, l’arte in una delle sue città più rappresentative, con una supermostra concertata tra diverse istituzioni che segna la presenza della Saville a Firenze in maniera così intensa da aver spinto il sindaco Dario Nardella a consegnarle le chiavi della città. La chiusura di un cerchio per un’artista che, quando venne qui da ragazzina, rimase sbalordita dal fatto che «al mondo fosse possibile una tale esperienza visiva».

E ricambia, la Saville, offrendo a sua volta un’esperienza visiva assolutamente di livello. E adatta al luogo che la ospita: la sua pittura, che agli artisti qui nati e vissuti deve molto, pare gareggiare - mentre in realtà si tratta di un omaggio - con la grande arte del passato. Il culmine di questa esperienza si può godere forse a Casa Buonarroti, dove i corpi presenti sui due disegni dall’artista vogliono decisamente onorare la corporeità di Michelangelo, per cui lei ha un amore assoluto, nella casa-museo che lei stessa definisce “un luogo del cuore”.

E altrettanto forti sono i dialoghi con la pietà Bandini dello stesso Michelangelo al museo dell’opera del Duomo, al cui cospetto lo Study for Pietà, che ne pare una prosecuzione naturale, come anche il suo Fulcrum, che nel salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio mette a confronto i suoi corpi intricati con gli affreschi del Vasari.
Ma, su tutti, emoziona il ritratto monumentale di Rosetta II: una giovane donna non vedente, dall’apparentza mistica ed estatica, che pare rivolgersi al crocifisso ligneo di Giotto, ben visibile al centro della navata di Santa Maria Novella.

Le opere della Saville,

i suoi corpi e volti pieni di verità, passione e dolore, possiedono una forza evocativa e un’epica innata che fa di Firenze la sede adatta per esprimersi al meglio.

Jenny Saville resterà a Firenze fino al 20 febbraio 2022.

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