Il Nobel per la letteratura alla canadese Alice Munro

Ottantadue anni, la chiamano il Chekhov canadese, per il suo studio psicologico dei personaggi e gli ambienti dominati da introspezione e simbologia

Il Nobel per la letteratura alla canadese Alice Munro

Il Premio Nobel per la Letteratura 2013 è stato assegnato alla scrittrice canadese Alice Munro, 82 anni, definita dall'Accademia reale svedese "maestra del racconto breve contemporaneo". I suoi scritti si soffermano sulle relazioni umane attraverso la lente d'ingrandimento della vita quotidiana. Già vincitrice per tre volte del Governor General’s Award, il principale premio letterario del suo paese, la Munro è nota anche in Italia per le sue numerose raccolte di racconti, tra cui "Chi ti credi di essere", "Segreti svelati", "In fuga". Nata a Wingham, in Ontario, in una famiglia di agricoltori e allevatori, ha ereditato la passione per la scrittura dalla madre, insegnante di scuola. Iniziò a scrivere da ragazzina pubblicando il suo primo racconto a diciannove anni, quando studiava all'università. Dopo un anno lasciò gli studi e si diede da fare con diversi lavori: cameriera, raccoglitrice di tabacco e, tanto per ribadire l'innata passione per la letteratura, impiegata in una biblioteca. Sposatasi nel 1949 con James Munro, con il marito aprì una libreria a Vittoria, Munro's Books.

La sua prima raccolta di racconti, "La danza delle ombre felici" (1968), ottenne un buon successo dalla critica e vinse il Governor General's Award. Seguirono altri racconti, libri e nuovi premi. Nel 1972 divorziò dal marito, sposandosi quattro anni dopo con un geografo, Gerald Fremlin. Una cosa che non smise mai di fare fu scrivere: nel 1978 con la raccolta di novelle "Chi ti credi di essere?" vinse il secondo Governor General's Literary Award. Negli anni Ottanta e Novanta iniziò a girare il mondo (Australia, Cina e Scandinavia), raccogliendo consensi e numerosi premi per il suo lavoro letterario.

Lo scorso luglio, compiuti 82 anni, ha annunciato di "non voler più scrivere" sulla

scia di Philip Roth. La Munro è stata ribattezzata il "Chekhov canadese,"per le sue storie intime e delicate, studio psicologico di personaggi e di ambienti dominati dall’introspezione e dalla simbologia.

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