Chi l'ha già vista, è bene che torni, perché i mosaici tornati agli antichi splendidi colori meritano da soli una visita supplementare. Chi la vedrà per la prima volta, si prepari, perché se unica nel suo genere era prima adesso, restaurata, ha un fascino speciale. E comunque, per tutti, c'è una novità: la possibilità di visite notturne. Suggestione nella suggestione, per un sito archeologico unico al mondo, che non a caso è tutelato dall'Unesco come patrimonio dell'umanità.
Torna alla vita la villa del Casale di Piazza Armerina (Enna), gioiello tardo romano scoperto nel 1950 unico nel suo genere, sia per le caratteristiche sia per lo stato di conservazione. Il restauro, durato sei anni, è ormai praticamente al traguardo, e il prossimo 4 luglio ci sarà l'inaugurazione solenne e una sorpresa per i turisti: la possibilità di effettuare visite in notturna, grazie al nuovo sistema di illuminazione.
Un restauro complesso, quello della villa. Per riportare i mosaici allo splendore di prima è stato necessario un lavoro certosino teso a eliminare i guasti e il degrado causati non tanto dallo scorrere del tempo quanto dalla copertura, inadeguata, che aveva fatto della villa una specie di serra, freddissima d'inverno e soffocante d'estate. Proprio la copertura, un tempo in vetro e adesso realizzata con tettoie in legno lamellare e tegumento di rame verde, idonee a ricreare un habitat favorevole alla conservazione di mosaici e dipinti, è una delle principali novità della villa rinnovata. Ma non solo. Liberato l'ingresso e recuperata l'antica entrata, anche i mosaici sono tornati alla vita: 120 milioni di tessere, per oltre 4100 metri quadrati di mosaici che, dopo il trattamento di pulitura e di disinfestazione, mostrano oggi i colori di un tempo. L'intervento, delicatissimo, è servito per scrollare di dosso polvere, detriti, alghe e batteri che proliferavano sui mosaici favoriti dall'effetto serra provocato dalla vecchia copertura. Sono state anche rimosse le stuccature e le integrazioni in cemento precedenti, livellate le deformazioni delle tessere nelle ali nord e ovest del peristilio, in alcuni ambienti delle terme e dell'appartamento nord. Sono stati eliminati tutti quegli agenti (sali, incrostazioni, resine e materiali diversi usati in precedenti restauri) che danneggiavano i mosaici e li sbiancavano. Insomma, un lifting in piena regola, che ha dato alla villa un aspetto del tutto nuovo. E non è ancora tutto. I lavori di restauro, infatti, hanno permesso di scoprire due nuovo aree archeologiche, a sud della villa, in cui si distinguono un portico colonnato, una vasca absidata, un pavimento in mosaico di oltre 80 metri quadrati e nuovi affreschi che sono al centro di uno studio: lasciano infatti pensare che la villa non fosse isolata ma che fosse il fulcro di un insediamento abitativo di pregio.
Nonostante la complessità dell'intervento, la villa non è masi stata chiusa al pubblico: «I visitatori hanno sempre avuto la possibilità di seguire da vicino il restauro - spiega l'assessore regionale dei Beni culturali Sebastiano Missineo -; il nostro è stato uno sforzo enorme perché la Villa del Casale, nonostante i lavori molto impegnativi, non è mai stata chiusa del tutto. Stiamo riconsegnando al mondo un sito più bello grazie alla nuova copertura e ai mosaici riportati all'antico splendore. Ma ci sarà anche l'opportunità di visitare la villa anche di sera, una suggestione straordinaria che speriamo contribuisca a riportare i visitatori ai numeri precedenti, anzi li superi. Il nostro obiettivo è di raggiungere almeno 600.000 presenze ogni anno».
Ci sono comunque ancora alcuni interventi in corso: «I lavori sono terminati ma la fruizione a pieno regime della Villa del Casale sarà possibile solo la prossima estate», dice Guido Meli, curatore del progetto di restauro e direttore del Parco archeologico della Villa. Comunque, la parte principale del restauro è stata completata.
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