La resurrezione di Don Chisciotte

L'eroe di Cervantes rivive nei panni di un attore improvvisato. Che non vuole uscire dal suo personaggio

Chesterton
Chesterton

Lontano, a Seawood Abbey, la grande rappresentazione di Blondel il trovatore era finita. Era stata non solo un successo, ma un avvenimento sbalorditivo.
Dopo essere stata rappresentata altre due volte nei pomeriggi successivi, una sorta di speciale bis era stato concesso anche la mattina seguente, per la gratificazione dei bambini delle scuole e di altri.

Julian Archer era finalmente uscito dalla sua armatura, con una certa aria di stanchezza e di sollievo. Qualcuno disse maliziosamente che la sua fatica era in parte dovuta al fatto che lui non era stato un avvenimento sbalorditivo.

«E così è finita», disse a Michael Herne, che era in piedi accanto a lui, ancora nei suoi verdi e romantici abiti usati dal Re Fuorilegge. «Adesso vado a indossare dei vestiti più confortevoli. Ringrazio il Signore che non dobbiamo più indossare questi».
«Suppongo di no», disse Herne, guardando le sue lunghe gambe verdi con una sorta di stordimento, come se non le avesse mai viste prima d'allora. «Suppongo che non li indosseremo più».

Anche Michael Herne era lì, con ancora addosso un vestito verde fatto di stracci, adatto a un fuorilegge reale in esilio e poco adatti per quell'occasione.
Braintree non era una persona convenzionale, ma non poté non fissare quel mistero su due gambe con uno sguardo perplesso.
«La vedo ancora lì che si gingilla con quegli abiti», osservò. «Pensavo che fosse già andato a vestirsi».
Herne sembrò piuttosto accigliato nel sentire quest'ultima frase.

«Vestito come cosa?», chiese.

«Be', vestito come sé stesso, suppongo», rispose l'altro. «Dandoci per esempio la sua celebre imitazione di Michael Herne».

Michael Herne abbandonò la sua aria da cane bastonato e sollevò la testa con uno scatto.

Fissò l'altro per un momento con una concentrazione che lo accecò e poi s'allontanò verso casa, presumibilmente per compiere la tardiva toilette. \
Il signor Herne, il bibliotecario, era in piedi vicino a quel pezzo di scultura grigia come se fosse una statua verde; avrebbe potuto essere una statua di bronzo verde perché ossidata, ma in realtà era una figura familiare ancora vestita nel suo fantasioso abito da guardia forestale.

Olive Ashley gli parlò quasi automaticamente, con una sorta di scatto.

«Non ha nessuna intenzione di cambiarsi?»

Lui girò lentamente la testa e la guardò con i suoi occhi blu inespressivi, poi sembrò ricordarsi della sua voce rauca che pareva provenire dalla fine della terra.

«Sto andando a cambiarmi? O non mi cambierò mai?»

Lei sembrò vedere qualcosa improvvisamente raffigurato nei suoi occhi fissi che trasalirono tremando un po'. Sembrò rimpicciolire nell'ombra dell'uomo vicino a lei, che interruppe con qualcosa di simile a una diffidente autorità.

«Intende rientrare nei suoi abiti normali, volevo dire».

«Cosa intende per abiti normali?», chiese Herne.

«Be'», intervenne Braintree, con una breve risata, «suppongo che Olive si riferisca al tipo di abiti che indosso anch'io, sebbene non possa certo essere considerato esattamente un esempio di eleganza».

«Perché definisce il mio abbigliamento stravagante?», chiese Herne. «È altrettanto normale che il suo. Anch'esso s'infila sopra la testa come il mio e voilà! In aggiunta a ciò, ha tutti i tipi di elementi pratici per non far sapere agli altri che l'ha indossato per un giorno o due. Per esempio», e alzò gli occhi al cielo con una sorta di disapprovazione, «può succedere che piova o qualcosa del genere; potrebbe fare molto freddo o il vento può essere molto forte. Cosa farà, allora? Prima sprangherà la casa e poi tornerà con un armamentario di cose per la signora: forse un enorme e orribile ombrello che la costringerà a camminare come un imperatore cinese sotto un baldacchino, o forse un sacco di indumenti impermeabili, o altre cose del genere. Ma nove volte su dieci un uomo vorrebbe soltanto qualcosa da mettersi sulla testa con questo clima e così fa semplicemente questo gesto», e portò in avanti il cappuccio che gli pendeva sulle spalle, «e per il resto del tempo può tranquillamente appartenere alla Brigata Delle Persone Senza Cappello... Sa», aggiunse bruscamente a voce bassa, «c'è qualcosa di molto soddisfacente nell'indossare un cappuccio... qualcosa di simbolico. Non mi meraviglio che possa aver influenzato il nome del grande eroe medioevale noto come Robin Hood».

Olive Ashley stava cercando di guardare lungo i versanti ondulati della valle, che parevano scomparsi nell'alone luminoso della sera. Si sentiva un po' distratta e distaccata dalla conversazione.

Si guardò poi attorno, come se il suono di una parola si facesse strada nei suoi sogni.

«Cosa intende dire», chiese incuriosita, «quando afferma che un cappuccio è simbolico?»

«Ha mai guardato attraverso un passaggio a volta», chiese Herne, «e visto il paesaggio al di là brillante come un paradiso perduto? Questo succede perché è come se ci fosse una cornice che circonda l'immagine... Sei tagliato fuori da qualcosa e hai il permesso di guardare meglio qualcos'altro. Quando la gente capirà che il mondo è una finestra e non un vuoto infinito, una finestra su una parete di infinito nulla? Quando indosso questo cappuccio io porto la mia finestra con me. Dico a me stesso... questo è il mondo che Francesco d'Assisi vide e amò perché era limitato. Il cappuccio ha la stessa forma di una finestra gotica».

Olive guardò sopra la spalla di John Braintree.

«Ricorda cosa disse il povero Monkey?», chiese. «No, non può, perché lo fece proprio prima che lei arrivasse».

«Prima che io arrivassi?», chiese perplesso Braintree.

«Prima che lei venisse per la prima volta», rispose lei arrossendo e guardando di nuovo il paesaggio. «Lui disse che avrebbe dovuto guardare attraverso la finestra di un lebbroso».

«Una tipicissima finestra medievale, credo», disse Braintree in tono acido.

Il volto dell'uomo vestito in abiti medioevali improvvisamente fiammeggiò come a una sfida in battaglia.

«Mi indicherebbe un Re», esclamò, «un moderno re in carica per grazia di Dio, che andrà a guarire i lebbrosi in un ospedale come fece san Luigi?»

«Io non sono molto favorevole», disse cupo Braintree, «a pagare un tributo al re in carica».

«O a un leader popolare», insistette l'altro. «San Francesco fu un leader popolare. Se lei vedesse un lebbroso attraversare questo prato, gli andrebbe incontro per abbracciarlo?»

«Penso che avrebbe le stesse probabilità di farlo come del resto uno qualsiasi di noi», disse Olive, «forse di più».

«Ha ragione», disse Herne, con improvvisa serietà. «Forse nessuno di noi lo farebbe... Ma cosa succederebbe se il mondo avesse bisogno di questi despoti e di questi demagoghi?»

Braintree alzò lentamente la testa e guardò fisso verso l'altro uomo.

«Questi despoti...», disse, e corrugò gravemente la fronte.

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