Nell'epoca in cui Giovanni Giolitti dominò la scena politica italiana – all'incirca tra il 1890 e il 1910 – i giornali satirici gli affibbiarono questo soprannome, giocando, probabilmente, sul doppio significato della parola. Palamidone, fin da tempi remoti, è stato usato per indicare un “uomo di alta statura e scarsa intelligenza; spilungone, zotico” (Treccani), “uomo insipido e buono a poco, ancorché di persona (cioè di statura, ndr) grande” (Tommaseo, che cita come sinonimi anche Bacchillone, Galeone, Ghiandone).
Ma nell'Ottocento la stessa parola indicava anche un cappotto da uomo simile alla finanziera, un mantello esageratamente lungo e ampio. Si giocò sull'equivoco: Giolitti era solito indossare il palamidone, e questo consentì di dargli dello sciocco col pretesto dell'abbigliamento. E' curioso (ma comprensibile) come i dizionari che riportano l'uso caricaturale della parola siano quelli più recenti, e non quelli coevi al potere di Giolitti. Palamidone fu anche storpiato in Calamitone (da calamità) quando, in virtù di una serie di decessi (quattro) tra i ministri del suo primo governo, nel 1893, Giolitti fu additato e deriso come uno iettatore.
Ma palamidone da che cosa deriva? L'etimologia è incerta, e le ipotesi sono sostanzialmente due: da palamida, forma veneziana di palamita, grosso tonno lungo anche 80 centimetri (Devoto Oli), la cui forma forse
spiegherebbe il nome del cappotto lungo e ampio; oppure, come suggerisce il Cardinali Borrelli, dall' arabo bila= senza e himmeton=mente, che sarebbe invece all'origine dell'altro significato della parola, e cioè sciocco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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