Loro non danno risposte. Ma sanno porre le domande giuste. Quelle che ti fanno accendere la lampadina e ti aprono nuove vie di ragionamento. Quelle per cui un problema insormontabile diventa improvvisamente gestibile. Sono i filosofi imprenditoriali, sempre più richiesti all'interno delle aziende, fedeli consiglieri dei manager, così come un tempo lo erano dei regnanti della polis. Partecipano alle riunioni chiave, aiutano il team a lavorare meglio, sono a disposizione dei singoli dipendenti per aiutarli a risolvere disagi personali o cambiare l'approccio nei confronti dei colleghi. Insomma, portano in ufficio un nuovo metodo di pensiero: più elastico, più creativo.
Nella Silicon Valley si sono accorti già da parecchio del loro valore aggiunto. Ora anche in Italia la figura del filosofo in ufficio sta prendendo piede, sempre di più. La classe dirigente ha in mente due esempi: Sergio Marchionne, il manager filosofo per eccellenza che ha risollevato le sorti della Fiat, e Steve Jobs, padre di Apple, che ha più volte ricordato la necessità del ritorno alla figura dell'«ingegnere rinascimentale». Grazie a loro le parole «filosofia» e «formazioni umanistica» non stridono più se affiancate a profili meramente economici, scientifici o dell'alta finanza. Anzi, si è finalmente capito che il mix tra i due mondi crea una formula vincente, che aiuta a superare le crisi, migliora i profitti e salva i bilanci di fine anno.
CHI SONO
Uno dei primi a importare la buona abitudine d'oltreoceano è stato Raffaele Tovazzi, specializzato in programmazione neurolinguistica e scelto dall'azienda Ferrero, assieme a un team di esperti di comunicazione in Italia, per riscrivere i paradigmi pubblicitari dell'azienda. «I filosofi in azienda - spiega Tovazzi - aiutano leader e manager a pensare fuori dagli schemi. Cioè a interrogarsi sul ruolo che giocano i propri prodotti rispetto al quadro globale, a capire se ce ne sia davvero bisogno. Di fatto, nel momento in cui gli imprenditori iniziano a capire che a guidare le loro imprese non può essere solo il desiderio di guadagnare, il filosofo esecutivo aiuta a guardare oltre. Facciamo finta che la società ideale di cui parla Platone non sia la polis greca ma una spa, una srl. Posso dimostrare che questo modello, una volta applicato, è in grado di elevare esponenzialmente la produttività del personale». Non essendo una professione definita da un albo e da un percorso di formazione prestabilito, la figura del filosofo in azienda viene definita in vari modi e ha diverse sfumature, a cavallo tra le tecniche di coaching e la psicologia.
Alla Velvet Media, società veneta di marketing, il filosofo interno viene chiamato «manager della felicità». L'azienda da settembre ha assunto una psicoterapeuta che, una volta alla settimana, è a disposizione dei dipendenti. «Meglio trovare sorrisi in ufficio anziché musi lunghi, no? - sintetizza la scelta di rotta il giovane amministratore Bassel Bakdounes - Siamo certi che se i nostri dipendenti sono più felici, ameranno di più lavorare e per questo ci aiuteranno a raggiungere risultati migliori. Il supporto psicologico in azienda rende possibile la creazione di un clima ottimale e di una rete operativa con l'obiettivo comune di mettere in gioco la propria autenticità nel rapporto di lavoro a differenti livelli».
FILOSOFI IN CORSIA
Il filosofo aziendale è arrivato anche alla Geico di Cinisello Balsamo, azienda che crea impianti per la verniciatura delle scocche delle auto. Aiuta ad ampliare i confini del ragionamento là dove manager e impiegati sono abituati a binari troppo pragmatici, dà lo spunto per affrontare i piani aziendali con prospettive nuove, più creative e contribuisce a sciogliere i nodi, anche nei rapporti lavorativi.
La filosofia fa bene anche ai medici e in alcuni ospedali, a cominciare dai reparti di oncologia, la saggezza dei classici ha aiutato a riportare l'attenzione sulla persona, a gestire meglio la condivisione del dolore, ad affrontare la morte. Un esempio positivo è quello dell'ospedale di Parma.
Grazie all'approccio filosofico, la squadra di medici e infermieri ha creato un grande affiatamento in base al principio: dove non arriva uno arriva l'altro. E i pazienti se ne sono resi conto perfettamente, sentendo di potersi affidare a un'unica squadra senza più rimanere confusi tra consigli, diagnosi e approcci differenti, a volte persino contrastanti. Il nuovo spirito di gruppo ha regalato maggior gratificazione a ognuno. E se, in generale, spesso il lavoro affossa la propria individualità, la filosofia dà la carica per sfoderare il meglio di sé e trovare una gratificazione quotidiana.
PLATONE, NO PROZAC
«Platone è meglio del Prozac» è un libro scritto dal filosofo Lou Marinoff, da vent'anni a libro paga di aziende più o meno disastrate che tentano di risorgere. E viene considerato una sorta di Bibbia da chi si affaccia al nuovo mestiere. Il manager illuminato non può fare a meno degli insegnamenti dei classici per dirigere come di deve una squadra, per rendere creativa la complessità di certe situazioni e per immaginare nuove prospettive senza tuttavia essere astratto.
E così dal mito della caverna di Platone può imparare che la conoscenza aiuta a far capire le vere dimensioni di un problema, a gestirlo senza considerarlo insormontabile. «Pensa con la tua testa» sembra sussurrare Socrate che, con la sua maieutica, sprona a «tirar fuori» il meglio dalla testa del proprio interlocutore, senza imporre o imboccare tesi già fatte e finite. Ed è così che in una riunione vengono fuori le idee più interessanti. O ancora, Aristotele si rivela meglio di qualsiasi coach per strutturare un discorso e suggerisce di puntare sui tre pilatri: ethos, pathos e logos. Insegna cioè a essere credibili, chiari nei contenuti e in grado di suscitare emozioni in chi ascolta.
Epicuro ci ricorda che lo scopo di tutto è la felicità, obiettivo verso cui una leadership illuminata dovrebbe guidare la squadra.
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