La storia dell'aviazione atterra a Torino

Un lungo volo, non ne lo spa­zio ma nel tempo. È questo che propone la mostra Vo­lare! che apre oggi a Torino (alle Offi­cine Grandi Riparazioni)

La storia dell'aviazione atterra a Torino

Un lungo volo, non ne lo spa­zio ma nel tempo. È questo che propone la mostra Vo­lare! che apre oggi a Torino (alle Offi­cine Grandi Riparazioni) e durerà si­no al 4 novembre. Sì, perché sono ormai più di cent’anni che l’Italia è stata contagiata dal sogno, sospeso tra tecnologia e avventura, che ha portato l’uomo a solcare i cieli. An­zi, per certi versi, le prime basi scien­tifiche di questa impresa sono nate qui con Leonardo. E dopo che i fra­telli Wright nel 1903 riuscirono a far librare il loro Flyer gli italiani sono stati tra i primi ad iscriversi al club dei “temerari sulle macchine volan­ti”. Nel 1908 passa in Italia il pionie­re del volo Leone Delagrange. Nel 1909 viene invitato a Roma Wilbur Wright per dare una dimostrazione del funzionamento del Flyer III, al­l’appena fondato campo di volo di Centocelle si presentò anche il Re. Praticamente immediata la decisio­ne di acquistare l’apparecchio per l’allora considerevole cifra di 25mi­la lire, facendo addestrare da Wil­bur i due primi piloti italiani: il te­nente di vascello Mario Calderara e il tenente del genio Umberto di Sa­voia. Fu l’inizio di una vera e pro­pria febbre del volo. Che regalò al­l’Italia una serie di record. I primi ae­rei utilizzati in combattimento du­rante la guerra di Libia, i primi tenta­tivi di costruire aerosiluranti, i re­cord della coppa Schneider e la scuola Alta Velocità di Desenzano, quello che ancora ad oggi è l’idrovo­lante ad elica più veloce del mondo il Macchi-Castoldi 72... Ma non so­lo areoplani. Nella mostra c’è an­che la cultura del volo da D’annun­zio all’ Aeropoema del golfo di La Spezia di Filippo Tommaso Mari­netti, ci sono i dipinti di Sironi e i ma­nifesti com­memorativi delle trasvo­late fatti da Umberto di Lazzaro.

All’interno di volare fa poi capoli­no anche il teatro u­tilizzato per rac­contare le vicende di uno dei perso­naggi più controversi del rapporto tra il fascismo e l’aviazione: Italo Balbo. Dal 16 al 21 ottobre, tutte le sere, sempre dentro gli spazzi delle Officine Grandi Riparazioni andrà in scena Italo Balbo Cavaliere del cielo. Scritto e interpretato da Edoar­do Sylos Labini lo spettacolo rac­conta le vicende del gerarca-aviato­re: la doppia traversata dell’Atlanti­co, il significato che quest’impresa ebbe per il successo dell’immagine dell’Italia nel mondo. La vita di Bal­bo, le sue passioni, i suoi compagni, il suo costante desiderio del volo, ma anche il Fascismo, la politica, la sua esperienza in Libia, la sua netta condanna per le leggi razziali e la protesta per l’alleanza con Hitler. Il suo tragico abbattimento ad opera di una contraerea italiana. L’ipotesi del complotto voluto dal Duce.

E in questo caso lo spettacolo come spie­ga uno dei due curatori della mo­stra, Elena Fontanella, «potrà usu­fruire di una scenografia aviatoria davvero eccezionale». Uno scena­rio che a Balbo probabilmente sa­rebbe piaciuto.

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