Curcio in tournée anche a Genova Le vittime: basta ex br in cattedra

da Genova

Oggi qui, domani là, secondo un calendario che prevede scadenze precise e altrettanto precisi ritorni d’immagine (e di business). Si annuncia così, un po’ come il «live tour» di un cantante rock, la serie di presentazioni del libro La trappola etica - Ambiguità e suggestioni della responsabilità sociale, recente fatica del capo storico delle Br, Renato Curcio. Dopo l’appuntamento dei giorni scorsi all’Università di Lecce e quello di ieri sera a Genova, Palazzo Ducale, Curcio si prepara a esternare domani a Bologna e in tante altre località italiane. Ovunque, più che interesse letterario, l’iniziativa solleva proteste, polemiche e sdegno. Se ne fanno interpreti, per primi, il magistrato Mario Sossi, rapito dalle Br e Massimo Coco, figlio del procuratore generale della Repubblica ucciso dalle Br insieme alla scorta: «L’invito a Curcio rappresenta un’offesa verso tutte le vittime degli anni di piombo. Tanto più a Genova, in quel Palazzo Ducale che, all’epoca dei fatti, era il palazzo di Giustizia». Nei giorni scorsi, al momento dell’annuncio della conferenza a Bologna, si era fatta sentire forte e chiara la voce di Alessandra Servidori, docente universitaria di Politiche del Welfare e amica del giuslavorista Marco Biagi ucciso dai brigatisti il 19 marzo 2002: «Sono contro i cattivi maestri, soprattutto se siedono in cattedra. L’intervento di un cattivo maestro non può avere corsie preferenziali, specie se può configurarsi come una apologia di reato. E un’amministrazione pubblica non dovrebbe avere ambiguità o collateralismi rispetto a movimenti che sempre più appaiono come una tenia della democrazia». Critiche sono arrivate anche dal segretario della federazione bolognese dei Ds, Andrea De Maria: «Mi pare assolutamente legittimo sollevare un problema di opportunità e manifestarlo pubblicamente» e dalla parlamentare dell’Idv ed ex assessore della giunta Cofferati, Silvana Mura, secondo cui «Curcio a Bologna è come un dito in un occhio, l’ennesimo sfregio voluto da pochi ai danni di una città civile». Di «ennesima offesa» hanno parlato gli esponenti di Forza Italia e Lega. E il deputato Udc Gian Luca Galletti ha legato l’invito del Comune a Adriano Sofri per un convegno sull’ebraismo all’invito a Curcio: «Ma di cosa si lamenta il centrosinistra, quando loro stessi hanno dato il cattivo esempio?». Rincara la dose l’onorevole Maurizio Gasparri (An): «Chi offre microfoni a Curcio prepara la strada a quanti offrono pistole e nuovi assassini». A protestare è anche Franco Maccari, segretario generale del sindacato di polizia Coisp, che dice no alle «alla presenza di ex terroristi nelle università. Non hanno il diritto di parlare». E aggiunge. «L’unica platea alla quale questi individui dovrebbero rivolgersi sarebbe quella formata da ergastolani durante l’ora d’aria». Da Genova, infine, si alza la censura del senatore Alfredo Biondi (Fi): «L’espiazione della pena può significare il recupero morale e civile del reo.

È un principio di civiltà che distingue lo “Stato di diritto” dallo “Stato di delitto” nel quale Curcio e compagni si erano arruolati. Tuttavia - conclude Biondi - ci sono anche leggi non scritte che risiedono nella coscienza giuridica popolare e possono consentire l’amnistia, ma non l’amnesia».

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