Dalle Ue cartellini gialli all'Italia e ad altri Paesi inadempienti

La Commissione di Bruxelles ha deferito Roma alla Corte di giustizia per il mancato recupero di alcuni aiuti previdenziali illegali concessi alle imprese. Grecia, Polonia, Portogallo, Romania, Bulgaria e Lituania sanzionati per non aver aperto il mercato del gas

Cartellini rossi e cartellini gialli: l'Europa bacchetta alcuni Paesi membri «inadempiendi». E ce n'è pure per noi. La Commissione europea ha infatti deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia delle per non aver dato esecuzione ad una sentenza della Corte del 2004 che confermava una decisione del 1999 con cui la Commissione aveva accertato la concessione, da parte dell'Italia, di aiuti illegali ed incompatibili e ne aveva ordinato il recupero.
Gli interventi scorretti in questione erano stati dati sotto forma di esenzione da contributi di previdenza sociale: si era scoprto che alcune imprese avevano preso sussidi ma non potevano provare l'avvenuta creazione di nuovi posti di lavoro, oppure che i lavoratori assunti avessero difficoltà particolari per l'inserimento nel mercato del lavoro. Malgrado siano già trascorsi oltre cinque anni da quella sentenza, l'Italia ha recuperato soltanto una piccola parte degli aiuti, in tutto circa 281 milioni di euro. La Commissione richiede ora pertanto alla Corte di giustizia di comminare all'Italia ammende ai sensi dell'articolo 228 del trattato Ce.
La Commissione ha inviato inoltre lettere di costituzione in mora a Grecia, Polonia, Portogallo, Romania, Bulgaria e Lituania per aver mantenuto un sistema di prezzi regolamentati in violazione delle direttive Ue in materia di elettricità e gas. L'intervento del «governo» europeo riguarda le violazioni di diverse disposizioni della legislazione comunitaria esistente in materia di elettricità e gas, il cosiddetto secondo pacchetto del 2003. In particolare la Commissione si è concentrata sulle disposizioni che garantiscono una concorrenza equa nell'interesse dei consumatori.
La lista delle principali violazioni individuate dalla Commissione è piuttosto lunga. C'è la «mancanza di informazioni fornite dagli operatori dei sistemi di trasmissione del gas e dell'elettricità che ostacola un effettivo accesso dei fornitori alla rete». C'è anche «l'inadeguatezza dei sistemi di attribuzione della capacità di rete per ottimizzarne l'uso per il trasporto di elettricità e gas negli Stati membri». Inoltre, «la mancanza di coordinamento e cooperazione transfrontaliera tra gli operatori di sistemi di trasmissione di elettricità e le autorità nazionali». E poi «gli sforzi inadeguati degli operatori dei sistemi di trasmissione del gas per rendere disponibile il massimo di capacità al fine di ottimizzare le opportunità di ingresso sul mercato e la concorrenza». E ancora, «la persistenza di prezzi regolamentati, soprattutto a beneficio dei grandi clienti, che ostacola l'ingresso di nuovi operatori nel mercato» e l'assenza «di adeguate procedure di composizione delle controversie per i consumatori a livello nazionale»
Concludendo: la Commissione ritiene che «la fornitura di energia in modo sostenibile, competitivo e sicuro non sia possibile in assenza di mercati dell'energia aperti e competitivi che consentano alle società europee di competere in tutta Europa».

La creazione di un mercato europeo integrato dell'energia sarà perciò «un fattore fondamentale per migliorare la sicurezza dell'approvvigionamento e stimolare la competitività in Europa, al diretto servizio degli interessi dei consumatori europei».

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