Forza Italia apre già la campagna sfidando la Lega sulla sicurezza

Sorte critica la mozione "anti burqa" e i toni battaglieri della salviniana Sardone. Che replica: "I nemici sono a sinistra. Milano cambiata, usiamo lo slogan di Trump"

Forza Italia apre già la campagna sfidando la Lega sulla sicurezza
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Un daspo per i mezzi pubblici che possa essere emanato dal sindaco e dalla polizia locale. «Ci sono troppi borseggiatori e criminali seriali in metrò, quando vengono fermati tornano in libertà dopo poche ore, il sindaco deve poter impedire l'accesso» spiega l'azzurro Marco Reguzzoni, come va «aumentato il numero di dipendenti con ruolo di Pubblico ufficiale, ad esempio gli autisti dei mezzi e magari anche i tassisti, per ridurre gli episodi di aggressione» e «Fi sostiene il cambio del Codice di procedura penale, fare tanti arresti è inutile se i criminali sono liberi dopo poche ore». Forza Italia lancia sette proposte «chiare, concrete e realizzabili» per rendere Milano (e non solo) più sicura visto che «sindaco e giunta sono immobili e si sentono solo slogan». Un programma lanciato ieri da Reguzzoni, il coordinatore regionale Alessandro Sorte, il consigliere regionale Giulio Gallera, il vicesegretario nazionale Stefano Benigni, il consigliere di Municipio e delegato per la sicurezza Filippo De Bellis a fianco del sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago, per sottolineare che si tratta «non di slogan» ma di emendamenti e proposte incardinate nel Dl Sicurezza al voto in Senato o all'attenzione del governo. Più di competenza locale gli altri punti: «Aumentare l'illuminazione pubblica e delle aree verdi» e introdurre colonnine sos, sensori di lampioni, droni dotati di software con intelligenza artificiale «come a Singapore e Abu Dhabi, dove soggetti chi ha già avuto condanne viene riconosciuto rapidamente dai video e allontanati» spiega Cremnago, Milano «potrebbe essere un modello test» anche se in Ue ci sono ad oggi limitazioni legate alla privacy. Si continua con «un vero sistema di Vigili di quartiere», due per ciascuna delle 88 microzone, con nomi e numeri telefonici pubblicati sul sito del Comune, un «cambio di gestione dei servizi sociali, il più grande fallimento delle giunte Pd, bisogna lavorare con le associazioni per evitare che giovani problematici diventino delinquenti», infine «vanno aumentate le camere di sicurezza a disposizione dei vigili» e «San Vittore è obsoleto e sovraffollato, va costruito un carcere in un'altra zona e riqualificato il quartiere Sant'Agostino sull'esempio di Citylife».

Lo slogan, dicono Sorte e gli altri esponenti, è «legge, ordine e libertà». É «il primo atto della campagna elettorale per Milano» afferma Gallera e sostiene che «anche i nostri alleati brandiscono slogan ma poi servono azioni concrete». Parte (anche) la campagna interna. Sorte marca le distanze dalla Lega. Oggi in consiglio regionale si discute la mozione della Lega contro l'uso del velo islamico nei luoghi pubblici. «Noi non vogliamo creare un clima di diffidenza nei confronti degli stranieri, siamo rigidi sul tema sicurezza ma non vogliamo cedere a strumentalizzazioni» precisa. Contesta la mozione del Pd Majorino che «sostanzialmente dice che nessuno può dire alle donne come vestirsi, e anche questa è un'estremizzazione perchè sarebbe come dire che si può andare alle Poste in bikini» ma «allo stesso modo, alla Lega diciamo che le leggi nazionali sull'uso del burqa già ci sono, non si capisce perchè serva ribadire. Quando parlano di velo devono precisare, se si tratta di velo integrale che impedisce di identificare è un conto altrimenti non siamo d'accordo». E parlando del profilo del sindaco di centrodestra e del programma avverte: «È una città prevalentemente moderata e ha bisogno non solo di profili moderati, noi ne abbiamo in testa uno e vi stupiremo, ma anche di toni equilibrati. Non è la sardonizzazione del centrodestra che ci fa vincere». Una battuta a proposito delle posizioni e dei toni battaglieri dell'eurodeputata leghista Silvia Sardone, che «fa bene il suo mestiere, tanto rispetto per quello che fa e i voti che prende, ma il volto e il profilo per vincere deve essere in sintonia con la città».

Sardone ribatte: «Attenti a non riproporre ancora lo schema del solo profilo moderato calato dall'alto e a tre mesi dal voto, siamo stufi di perdere al primo turno. O si fanno le primarie o lo scelgono i leader un anno prima».

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