Decapitata la banda delle bollette dimezzate

Le bollette e i pagamenti mensili non erano più un problema. Un’organizzazione criminale, con ramificazioni in tutta Italia, aveva avuto un’illuminazione: provvedere alle scadenze per conto terzi utilizzando carte di credito rubate o clonate. E 613 persone non si sono lasciate sfuggire l’opportunità.
Ma la «festa» è finita grazie alle indagini degli 007 tecnologici del Gat, nucleo speciale frodi telematiche, e dei finanzieri dei Comandi di Palermo, Bolzano, Fiuggi, Treviglio, Ponte Tresa, Paola, Ladispoli, Capua e Noto che si sono messi sulle tracce della gang. I quindici componenti della banda sono stati denunciati per truffa, associazione a delinquere e concorso di persone e sono stati sequestrati 30mila euro in contanti, 3 conti correnti bancari e uno postale per un valore di centinaia di migliaia di euro.
«Eravamo abituati alle truffe con le carte di credito clonate - spiega il colonnello Umberto Rapetto - ma ancora non avevamo visto un’organizzazione che si offrisse di far pagare bollette a metà prezzo a chi ne volesse approfittare». A fronte del pagamento in contanti di una cifra «scontata» rispetto l’importo dovuto, infatti, la banda pagava per conto dei propri «clienti» l’intero ammontare. Ma naturalmente i versamenti venivano effettuati usando carte di credito clonate e quindi a spese di poveri malcapitati, che non riuscivano a darsi una spiegazione di essersi fatti carico di bollette telefoniche, utenze della luce, acqua e gas, rate di auto nuove, mutui di casa, Ici, Irpeg e tasse di soggetti sconosciuti e mai visti prima.
I clienti, secondo le fiamme gialle, potrebbero essere molti di più dei 613 scoperti finora, che dovranno rispondere di ricettazione.
«Aspettiamo di effettuare i riscontri del caso - prosegue il colonnello Rapetto - per vedere se questi soggetti hanno di propria volontà usufruito del servizio reso dai malviventi o se, magari, hanno affidato l’intera somma a intermediari, che si sono rivolti ai criminali a loro insaputa».
Al vertice dell’organizzazione c’era un sessantottenne incensurato, residente nell’hinterland romano, che aveva anche creato una società di import export per riciclare il denaro ottenuto illecitamente.
Il suo vice era un pregiudicato di Fiuggi, al quale i finanzieri hanno sequestrato anche un macchinario per creare documenti falsi, spesso necessari per convincere negozianti sospettosi ad accettare i pagamenti con le carte clonate.
In vetta alla classifica dei furbetti, invece, c’è il Lazio con 265 persone, seguito dal Piemonte con 101 e dalla Lombardia con 73. Sarebbero 51 i truffaldini veneti, 44 gli emiliani e romagnoli e 32 i marchigiani. Le singole posizioni e le relative responsabilità, però, verranno vagliate nei prossimi giorni.

Chiara invece la responsabilità dei membri della gang criminale: gli estremi dei pagamenti parlano chiaro e i dettagli di ciascuna operazione non lasciano spazio a dubbi circa l’illecita provenienza delle somme utilizzate.

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