Il decoro? Seppellito nei cimiteri

Lapidi rotte, tombe ricoperte dai rifiuti, busti spezzati che, spesso, diventano oggetto di traffici illeciti. E ancora, asfalto spaccato, buche, aree verdi trasformate in sterrati a fronte di una crescita incontrollata di erbacce su mura e marciapiedi, senza dimenticare la microcriminalità. Complici le giornate afose e la mancanza di tettoie o ripari ad hoc all’interno delle strutture, nella stagione calda sono in pochi a recarsi nei cimiteri della capitale che, abbandonati al degrado, diventano il regno incontrastato di senzatetto e sbandati, con inevitabili problemi di sicurezza. All’esterno del Verano, lungo via Tiburtina, si trovano camper di immigrati dell’Est europeo in una sorta di insediamento abusivo che, in determinati giorni, si trasforma in una stazione di pullman per arrivi e partenze degli stranieri stessi. Ovviamente, l’area non è attrezzata. Così i rifiuti rimangono in terra e le strutture per l’affissione di manifesti diventano paraventi di improvvisati e maleodoranti «servizi» a cielo aperto. All’interno, sono molti i busti e i monumenti privati di testa o decorazioni. Per semplice vandalismo (alcuni vengono staccati da una tomba per essere lasciati su un’altra più lontana in una sorta di «caccia al tesoro» con il dolore) o, nel caso dei pezzi più pregiati, per essere rivenduti al mercato nero delle antichità. La situazione non migliora negli altri cimiteri capitolini. Dagli insediamenti abusivi ai semafori dove mendicano qualche euro dagli automobilisti, è un viavai di nomadi quello che caratterizza l’area nei pressi della Parrocchietta, in viale Isacco Newton. «Schiacciato» da via Portuense, nel tratto sopraelevato da piloni a forcella, il cimitero sembra essere dimenticato. Sulla carta sorge tra più aree verdi, in realtà, però, si tratta di sterrati sui quali spuntano disordinatamente piante selvatiche ed erbacce. L’ingresso è contrassegnato da un cancello basso e da un cartello sbilenco, coperto da graffiti e tag, che riporta gli orari di apertura e l’indicazione di un parcheggio dove chi vuole andare a fare visita ai propri cari può lasciare la propria auto. Le indicazioni sono scritte con vernice spray e devono essere copiate periodicamente, perché il cartello viene usato dai writers come «tela». Le «opere» colorano anche i piloni della sopraelevata. Ci sono scritte di tutti i tipi, dalle lettere naïf di tag a minacce più o meno velate - «attento che finisci male» - e, perfino, bestemmie. Busti senza testa compaiono al cimitero Acattolico, in via Caio Cestio. L’indiscutibile bellezza del luogo, durante l’estate, è penalizzata dalla mancata cura delle aree verdi comuni, che bordano il percorso tra tombe e lapidi. Arbusti secchi prendono il posto delle piante, mentre sui muri crescono rampicanti selvatici. Le statue presentano evidenti «righe» nere, dovute a smog e incuria, che solcano le superfici marmoree. E non finisce qui: se durante l’estate la zona diventa arida e secca, per paradosso, nella stagione delle piogge, è afflitta dall’intasamento dei canali di scolo che, in più di un caso, ha provocato allagamenti tali da richiedere l’immediata chiusura della struttura, riaperta solo dopo che qualche giornata di sole l’aveva resa nuovamente accessibile. Ampie distese di prati secchi caratterizzano il cimitero Flaminio, a Prima Porta. Qui si possono trovare lapidi spezzate, con tanto di dati del defunto ancora leggibili, abbandonate tra rifiuti e sterpaglie. L’asfalto delle vie interne è crepato in più punti, rotti diversi muretti di bordura. In terra, rami caduti dagli alberi, fortunatamente senza ferire nessuno. Il cimitero è noto per problemi di criminalità, da scippi e furti - in passato sono stati addirittura affissi cartelli per chiedere ai ladri di rispettare le tombe - fino allo spaccio. Di poche settimane fa, l’individuazione da parte dei carabinieri di un’intera banda di spacciatori che, forte della mancanza di controlli, utilizzava lapidi e cappelle per nascondere sostanze stupefacenti. Malgrado la costruzione recente - al punto che i cantieri sono ancora in funzione - la situazione non migliora granché al cimitero Laurentino. Se in alcune zone si trovano gli operai al lavoro per la realizzazione di costruzioni e strade, in altre i marciapiede di bordura dei quadranti sono già spezzati. Anche qui, il «verde» comune è sostituito da sterrati. Più gravi le condizioni all’esterno, tra discariche e prostituzione.

Cumuli di rifiuti, scatole e stracci si alzano poco distanti dal cancello e, perfino, all’interno di un’area recintata da transenne metalliche. Di fronte, in pieno giorno, prostitute, molte delle quali giovanissime, attendono, semivestite, i loro clienti.

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