Il degrado a due passi dal salotto della città

Lasciata in completo abbandono la via dedicata all’architetto di Tursi

Roberta Bottino

Via Garibaldi è la via «aurea» grazie alla quale sindaco e assessori in molte occasioni si sono pavoneggiati. E mentre si sprecavano in complimenti reciproci per l'importante traguardo raggiunto, quello cioè di ridonare l'antico splendore a una delle strade più importanti della Superba e a tutti gli antichi palazzi che le fanno da monumentale cornice, c'è chi continua da tempo a restare lì, tra la spazzatura e il degrado. A pochissimi metri dal palazzo comunale, proprio nel vicolo adiacente a Tursi, s'intravede una targa che recita: «Via Rocco Lurago architetto, insigne artista del 1500, autore di Palazzo Tursi». Forse molti non sanno neppure dell'esistenza di questo vicoletto e non gli si può dar torto, perché attraversarlo da cima a fondo è un'impresa da titani. Occorre equipaggiarsi di tutto punto onde evitare spiacevoli conseguenze per la propria incolumità fisica e mentale, quindi per prima cosa è necessario munirsi di mascherina antigas per sopportare i cattivi odori che salgono da questa creuza, inoltre è consigliabile indossare scarpe comode per superare con facilità i rifiuti e le impalcature che fanno brutta mostra di sé tra lo sporco ciotolato, ma soprattutto è importante indossare un paio di occhiali per vedere le siringhe con le quali i tossicodipendenti si divertono ad ornare, come fossero fiori, le grate di ferro posizionate davanti alle grandi finestre di questi palazzi storici che si affacciano su vico Lurago. Eppure le altre stradine parallele alla via della «vergogna» godono di ottima salute, probabilmente perché a prendersi cura di loro non ci pensa il Comune. Due creuze dove il via vai delle persone è intenso grazie alla presenza di una pasticceria e di un ristorante.
Ma se via Lurago versa in condizioni critiche non è certo per colpa della mancanza di un'attività commerciale; è il Comune ad essersi dimenticato di un angolo nascosto della via «aurea», ma quel che è peggio, si è scordato di colui che è stato l'artefice del monumentale palazzo Tursi. Strano a dirsi dal momento che chissà quante volte al giorno il sindaco, il presidente del consiglio e tutti gli assessori vedranno con la coda dell'occhio quello scandalo passeggiando lungo via Garibaldi per recarsi nei loro rispettivi uffici. Mi azzardo a chiedere a una signora che passa da via Lurago: «Cosa ne pensa?». La risposta è chiara: «Scappo perché mi fa senso passare di qua». La cosa scandalosa è che non si tratta di un vicolo sperduto nel cuore del centro storico, ma di una strada adiacente al palazzo comunale. Persino un vespasiano fa brutta mostra di sé in fondo alla via, poco prima di sbucare in piazza Portello. Puzza, sporcizia, ogni altro commento è davvero superfluo.

Il povero architetto, padre del maestoso Palazzo Tursi, dopo essere stato usato, eccolo lì, gettato come un fazzoletto di carta nella soffitta del tempo. La polvere lo ha coperto di degrado e i suoi «figli», che a Tursi lavorano, lo hanno rinnegato abbandonandolo da anni a se stesso.

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