Mosca - I servizi segreti russi hanno detto oggi che il
deragliamento di ieri sera di un treno, in cui sono morte 26 persone e ne sono rimaste ferite altre 100 tra cui un
italiano, è stato provocato da una bomba.
Il Nevsky Express, a bordo del quale viaggiavano 682 passeggeri e 29 membri dell’equipaggio,
è deragliato ieri notte sulla principale linea ferroviaria, che collega Mosca con la seconda più
importante città russa, San Pietroburgo.
Attentato "Esperti hanno detto che, sulla base delle prime ricostruzioni, è esplosa una bomba da sette chili
di tritolo", ha spiegato Alexander Bortnikov, a capo del servizio di intelligence russo Fsb, al
presidente Dmitry Medvedev nel corso di un incontro trasmesso in tv.
Gli investigatori russi hanno detto di aver trovato frammenti di quella che a loro dire era una
bomba e di aver aperto un’inchiesta con l’accusa di terrorismo. Al momento nessuno ha ancora
rivendicato la responsabilità del presunto attentato.
Il deragliamento di ieri sera è il peggior incidente ferroviario avvenuto in Russia negli ultimi anni
ed è destinato a far aumentare i timori di un intensificarsi degli attacchi nel cuore del Paese da
parte dei ribelli del Caucaso del Nord.
Almeno 26 le vittime Il ministero dell’Emergenza russo ha detto di poter confermare la morte di almeno 26 persone
mentre i dispersi sono ancora 18, anche se in precedenza un funzionario dei soccorsi aveva fissato il
bilancio delle vittime a 39. Il Ministero ha detto che i feriti sono 96.
Un fotografo Reuters ha visto dei soldati che portavano via quattro corpi chiusi in sacchi di
plastica mentre i soccorritori erano impegnati a tagliare le lamiere dei convogli per cercare
eventuali sopravvissuti.
L'imprenditore italiano: "Pensavo che fosse la fine" "In un attimo si è capito che era
la fine": è il drammatico racconto di Armando Noacco,
l’imprenditore friulano rimasto coinvolto nel deragliamento del
Nievski Express. Noacco, 58 anni, ha riportato una frattura del
bacino ma senza lesioni agli organi interni. È stato
trasferito in elicottero in un ospedale di San Pietroburgo.
L’imprenditore, titolare di un’azienda di export di mobili
e cucine di Tricesimo, in provincia di Udine, ha spiegato al
Tgr Rai di essersi "risvegliato in mezzo alle lamiere, con
gente che piangeva e gemeva".
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