Il design inventa giochi ispirati al Risorgimento

Si dice che i giochi stimolino la fantasia di chi li pratica. E che dire allora di chi li realizza? Senza scomodare Freud, basta farsi un giro tra i padiglioni del Macef, il Salone Internazionale della Casa aperto fino a domenica alla Fiera di Rho Pero, per trovare la risposta. Perché tra i millesettecento espositori (duecento in più rispetto alla scorsa edizione) che in questi giorni sfilano sull’ambita passerella milanese dell’arredamento, non si trovano soltanto le ultime novità nel campo della tavola, della cucina, del giardinaggio, dell’accessorio moda o del gioiello, ma anche gli oggetti più amati della nostra infanzia (e non solo): i giochi da tavolo. A dimostrazione che anche una pila di dadi, una scacchiera o una banale disputa a «tris» possono trasformarsi - nelle mani giuste - in un prezioso oggetto di design.
L’idea è del brand RossoCiliegia (marchio di Bendetti S.r.l.), produttrice di articoli in metallo per la casa e per l’ufficio, che per i 150 anni dell’Unità d’Italia ha pensato di realizzare un catalogo «speciale» a commemorazione dell’evento. Le «mani», invece (o meglio le teste), sono quelle degli studenti del III anno della Facoltà di Design del Politecnico di Milano, che guidati del docente Danilo Morigi hanno danno vita al progetto «150°», la collezione di giochi da tavolo di design ispirata appunto all’anniversario nazionale. Come dice il proverbio, quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. E gli studenti del Politecnico, nuove promesse del design di domani, non se lo sono fatto ripetere due volte. Partendo da una lamina in acciaio inox, hanno reinterpretato, con un originale sistema di incastri, saldature e incisioni, l’antico gioco degli scacchi, dei dadi, della dama. Il risultato di questa raffinata versione «hi-tech» è una serie di otto progetti esposti in fiera, di cui quattro entreranno direttamente in catalogo e in produzione.

Tra questi, la «battaglia verticale» di Davide Abagnale e Davide Airoldi, che inverte il caratteristico piano da gioco dello scontro navale più famoso al mondo aggiungendo alla partita un elemento di sfida nuovo; oppure un insolito «tris» (pensato da Alessandro Arienti e Alessandro Boni) che moltiplica al cubo un grande classico di sempre, per un confronto in tre dimensioni che non accetta parità. Un tocco ideale per ravvivare con classe e fantasia il proprio soggiorno, o perché no, da sfoggiare in ufficio, o da svelare nell’intimità di una camera da letto per un match dal finale imprevedibile.

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