Il design secondo Franco Albini Due libri e una rassegna per lui

Albini arredatore e design non è solo una declinazione del lavoro dell’architetto, ma costituisce la più intima vocazione in un campo in cui lui come pochi hanno saputo esprimere il meglio delle straordinarie qualità di costruttore di spazi. È per questo motivo che Interni e un pool di sponsor hanno voluto incentrare il lato storico di questa professione all’interno del recente Salone del Mobile, e lo hanno fatto in grande stile con una presentazione di due volumi di Electa dai rispettivi titoli: «Il design e gli interni di Franco Albini» (160 pagg. 45 euro), curato da Giampiero Bosoni e Federico Bucci, e «I musei e gli allestimenti di Franco Albini», a cura di Federico Bucci e Augusto Rossari, presentato alla Mondadori di Piazza del Duomo con Francesco Dal Co, direttore editoriale di Electa e Casabella, oltre ad Alberto Piantoni della Richard Ginori e Giampiero Bosoni, nonché Marco Albini, figlio del grande architetto. Albini «junior», docente di Scienze del territorio al Politecnico, ha ricordato come suo padre in tempo di guerra, quando non vi era alcuna commessa ed era costretto a vivere a Piacenza disegnando un’infinità di mobili e oggetti sospesi, aerei, fosse riuscito ha trovare la chiave culturale della sua arte inventando la teoria della «leggerezza», ripresa dal suo allievo Renzo Piano.

I mobili di Albini vivono autonomamente senza avere la necessità di relazione. La mostra all’università Statale, fino al 31 maggio, organizzata da Interni e da Alberto Piantoni della Richard Ginori, ha voluto essere un omaggio al design anche a lei.

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