D&G fanno la festa a Milano E portano la città in vacanza

Moda a Milano, mega party per i 20 anni di collezioni maschili. In passerella calzoncini da bagno e polo infilata nella cintura per mescolare il look marinaro con lo stile urbano

D&G fanno la festa a Milano 
E portano la città in vacanza

«Vogliamo sfilate sempre più speciali, veri e propri eventi», dicono Domenico Dolce e Stefano Gabbana poco prima di mandare in passerella con la collezione uomo della prossima estate 90 modelli di rara bellezza: da David Gandy, con gli occhi azzurri come il mare dello spot per il profumo Light Blue di cui è testimonial, a Tony Ward che negli anni Novanta era legato a Madonna tanto da posare per il suo controverso libro «Sex».
La colonna sonora è eseguita dal vivo da Annie Lennox: quattro pezzi meravigliosi tra cui una versione da brivido di A Whiter Shade of Pale. Mentre la cantante ci delizia l’udito con i suoi virtuosismi vocali, la vista viene decisamente solleticata dalla sensualità dei capi. C’è la giacca doppiopetto in seta bianca descritta da Vitaliano Brancati ne «Il bell’Antonio», quella nera attillatissima e monopetto indossata da Mastroianni nella versione cinematografica del romanzo, uno spettacolare blazer in lino lavorato a stuoia, tanti giubbotti in pelle intrecciata uno più bello dell’altro e quell’ensemble di calzoncini da bagno con polo infilata nella cintura che, addosso ai bei pescatori di Taormina, faceva perdere la testa al barone von Gloeden.
Stavolta Dolce & Gabbana fanno incontrare l’uomo cittadino con quello vacanziero senza comunque rinunciare a quel mix tra sartorialità, sicilianità e sensualità che da vent’anni mettono nella loro moda maschile.
Così quando nel gran finale in passerella compaiono 55 fusti in smoking mentre l’usignolo degli hamburger gorgheggia There Must Be An Angel, viene spontaneo applaudire senza ritegno. Cosa che avranno fatto anche gli 800 invitati al mega party del duo siculo-milanese organizzato in serata a Palazzo Marino, la Cinquecentesca sede del Comune di Milano che ha aperto le sue porte alla celebrazione dei 20 anni di moda maschile di Dolce & Gabbana. C’erano Monica Bellucci, Juliette Binoche, Roberto Bolle, Chace Crawford, Morgan Freeman e Matthew McConaughey.
La sfilata Versace che, contrariamente al solito, non ci ha convinto fino in fondo, resta comunque un esempio di coraggio creativo perché non è da tutti uscire dagli schemi quando infuriano gli ultimi colpi della crisi. «Mi ritengo molto fortunata perché posso contare su un archivio fotografico pazzesco», dice Donatella mostrando le immagini che hanno ispirato la collezione: una serie di capolavori scattati alla fine degli anni Ottanta, quando Gianni rielaborò l’estetica rock a billy. La bionda signora del made in Italy presenta poi Martyn Ball, il nuovo designer della Versace uomo, ex assistente di Hedi Slimane da Dior e di altri talentuosi stilisti dal gusto inglese e dallo spirito ribelle. I due insieme riescono davvero a cambiare i connotati al doppiopetto rendendolo più asciutto e giovane che mai. Ma i gioielli da bullo di periferia, i pantaloni troppo corti e troppo stretti per non parlare del ciuffo uguale a quello dei Righeira: tutto questo e tutto insieme sembra un po’ troppo didascalico.
Molto più convincente la bella collezione disegnata da Christopher Bailey per Burberry Prorsum: un inno allo stile da motociclista nella versione più British e contemporanea che si possa immaginare. Dopo la sfilata sul web è cominciata la vendita fino a stasera di alcuni capi e accessori che verranno consegnati tra sei settimane, con quattro mesi d’anticipo rispetto ai negozi.
Invece sulla passerella di Costume National si è visto il grande sforzo che Ennio Capasa sta facendo per portare al futuro il patrimonio storico della sartoria italiana. Le grisaglie tagliate al laser e assemblate senza cuciture da sole dimostrano che si può fare qualcosa di nuovo sulla moda maschile senza tradire il buon senso.

Non si può dire altrettanto dei ridicoli modelli di Calvin Klein con giacche o T-shirt tagliate sopra l’ombelico. «Volevo cambiare le silhouette», dice il designer Italo Zucchelli, mentre noi per simpatia verso la griffe ci concentriamo sulle belle fantasie grafiche effetto granito.

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