«Voglio una bolgia, gli avversari devono sapere cosa troveranno qui», la richiesta di Antonio Conte alla vigilia di Juventus-Parma, prima di campionato dentro al nuovo stadio per i bianconeri. E la metafora in quel caso era diventata realtà, con i quattro gol rifilati ai malcapitati emiliani. Peccato che poi con il Bologna leffetto dodicesimo uomo non sia stato altrettanto positivo. Ma questo forse è legato a qualcosa che non è funzionato nel sistema tattico della squadra.
Temuto dagli avversari, ma anche ammirato per quel sapore di modernità (e di freschezza) portato al calcio italiano che ancora attende una legge sugli stadi, la casa dolce casa delle anime bianconere si prepara al primo appuntamento di gala: domenica sera arriveranno i campioni dItalia del Milan, con il tutto esaurito già annunciato da giorni.
Lentusiasmo del popolo bianconero non è stato scalfito nemmeno dagli ultimi due pareggi consecutivi che, in un torneo al rallentatore, hanno comunque permesso alla squadra di Conte di essere davanti a tutte le altre. E cè sempre fiducia sulla «superiorità numerica» dellarena: in effetti già la notte da brividi per linaugurazione dell8 settembre aveva proposto un discreto effetto acustico e limpressione è che i cori possano risuonare come fosse un palasport.
Che la metafora ridiventi realtà allora: «Voglio il classico dodicesimo uomo in campo. Spero che i tifosi non pensino di venire a teatro, ma voglio che facciano sentire il loro calore», un altro pensiero ad alta voce del tecnico bianconero. La speranza è che l«ondata durto» del tifo possa aiutare nel big match di domenica sera. «Si tratta della prima grande partita, intendo tra quelle "storiche", che giocheremo nel nostro nuovo stadio. Non vi nascondo che sono già elettrizzato per latmosfera che respireremo», sottolinea capitan Del Piero.
Il gioiello Juventus Stadium ha ricevuto elogi da ogni parte dItalia e anche dallestero, pure in paesi dove sono avanti anni luce sulla «comodità» degli impianti. Un catino di 41 mila spettatori a strapiombo sul terreno di gioco, progettato e realizzato esclusivamente per la fruizione del gioco del pallone. Lo invidiano a Udine, il primo club che ha sperimentato un campo senza barriere per il pubblico.
In effetti quei 7 metri e mezzo dalle tribune al terreno di gioco possono far impressione in un calcio come il nostro non certo abituato agli impianti allinglese. Da qui lallarme dellallenatore del Bologna Bisoli dopo la prima nota stonata del neonato habitat bianconero (lo schiaffo rifilato a Di Vaio, il cui responsabile è stato però già individuato e daspato): «Quello della Juve è uno stadio bellissimo, perfetto per giocare a pallone, ma ci sarebbe voluto lombrello... Gli spettatori sono molto vicini, non voglio pensare a cosa potrebbe succedere in partite dove potrebbero esserci tensioni o in periodi nei quali le cose non vanno troppo bene».
A Torino sono convinti che si sia trattato di un episodio isolato, tenendo lontano dalla mente i timori di qualche spiacevole contrattempo per una partita come quella di domenica. Una verifica di qualità per la Juventus. Lultima sfida diretta con il Diavolo giocata allOlimpico fu una delle tappe più sofferte della Via Crucis bianconera del 2011: rete di Gattuso, rossoneri sempre più lanciati verso il titolo, Juve a -20 in classifica e in discesa libera verso il mancato approdo in Europa. E la prova generale del Trofeo Berlusconi di agosto (2-1 per il Milan) può far testo ma fino a un certo punto.
La Juve si giocherà questa sfida nelle migliori condizioni: ha lex Pirlo in più nel motore, nella rosa il solo Iaquinta è indisponibile anche se alcuni dei vecchi problemi sono rimasti irrisolti, vedi la difesa non certo irresistibile (tre gol incassati in quattro gare con squadre destinate a lottare per la salvezza) e lassenza di un protagonista adeguato sulla fascia mancina di retroguardia.
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