Dolore per Eluana Tettamanzi: «È ora di pregare» Commozione e rabbia per la fine della donna Formigoni: «Un grandissimo rincrescimento»

Eluana è morta. Mandata a morire contro la sua volontà. Una tragica fine che non lascia indifferenti le coscienze. Lo provano quelle centocinquantamila firme raccolte tra i milanesi in neppure quarantotto ore. Centocinquantamila appelli al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, perché, in accordo con il governo, bloccasse la sospensione dell’alimentazione a Eluana Englaro fino all’approvazione in Parlamento del disegno di legge approvato venerdì dall’esecutivo.
Adesso, «resta la rabbia per l’ingiusta morte di una donna innocente vittima di una falsa idea di pietà» afferma Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera. E «in questo momento di dolore» resta, continua il parlamentare del Pdl, «il rammarico per non essere riusciti a salvarla». Sentimenti di «dolore», di «commozione» e di «rincrescimento» testimoniati anche da Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia: «Provo un profondissimo dolore. La notizia della morte di Eluana suscita in me grandissima commozione e grandissimo rincrescimento». Proprio il governatore lombardo aveva promosso l’appello per la vita rivolto al Capo dello Stato in cui si chiedeva una moratoria mentre in piazza San Babila andava in scena la manifestazione del Pd che strumentalizzando il caso Englaro attaccava Silvio Berlusconi e il Pdl.
Sit-in che, oggi, il Pd aveva in programma di replicare in piazza Fontana dove, come già sabato, ci sarebbero state alcune assenze di peso: quelle dei consiglieri comunali d’area cattolica e in quota Pd dissociati dalla protesta in piazza perché mirata ai sondaggi d’opinione piuttosto che al «rispetto della persona e della vita». Come dire: il rispetto della vita e dei diritti di ogni cittadino non si declina nel nome dell’eutanasia.
Ora, però, è «il momento della preghiera» ricorda il cardinale Dionigi Tettamanzi che, nella Casa di Esercizi dei padri oblati di Rho, insieme ai vescovi lombardi ha preso parte ad una funzione per Eluana. Una veglia per offrire «con umiltà, fiducia, generosità e concretezza, la testimonianza del valore di ogni vita umana e del servizio ad essa, specialmente nelle condizioni di fragilità, di malattia, di povertà e di pericolo». Oltre le visioni ideologiche perché «Eluana è entrata a far parte della vita di tutti gli italiani» chiosa l’associazione medici cattolici che da Milano invita «tutti» a riconoscersi «colpevoli» - «colpevoli per il clamore, le urla smodate amplificate dai media» - e al «silenzio» perché «veramente si riconosca ora più che mai l’eterno riposo per Eluana».


Ma i medici cattolici auspicano pure che da «una vicenda dolorosissima» si possa «con pacatezza ma rapidamente» varare «una legge che regoli il tema delle dichiarazioni anticipate di volontà». Sì, andare avanti sulla legge per Eluana, che sarebbe «il miglior modo di ricordare una persona che non c’è più» come affermano dal Pdl, perché «la cultura della morte non vinca su quella della vita».

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