Le domande su «Corrieropoli»

Conosco il direttore di Oggi da una vita e so che è una brava persona e un eccellente giornalista. Ciò nonostante non posso fare a meno di notare che le sue giustificazioni a proposito del Sircanagate non spiegano un bel nulla. Anzi, lasciano aperti una serie di inquietanti interrogativi.
La storia la conoscete. Nella notte fra il 13 e il 14 settembre il portavoce del governo viene pedinato e fotografato. Sono immagini che possono mettere in imbarazzo la persona, niente di penalmente rilevante. Dopo aver fatto il servizio, il fotografo esulta al telefono con Fabrizio Corona e dice «stiamo a gettare le basi del nostro futuro». Per i pm di Potenza si prepara un ricatto.
Le foto, a quanto è dato sapere, spariscono per due mesi, per ricomparire a novembre sulla scrivania di Pino Belleri, il direttore di Oggi. Il giornalista alla guida del settimanale di punta del gruppo Rizzoli Corriere della Sera le compra per una cifra intorno ai 100mila euro, ma non le pubblica. Quando il caso del tentato ricatto al portavoce di Prodi esplode, tace. E se ne sta zitto anche quando il Corriere spara in prima pagina un’intervista al fotografo Max Scarfone, il quale afferma, mentendo, che quelle immagini non esistono. Vuota il sacco solo alle 23.23 quando il nostro Gianluigi Nuzzi gli dice di sapere che le istantanee le ha comprate Oggi. Perché Belleri si comporta così? Egli spiega che ha acquistato quelle foto per non lasciarle alla concorrenza, ossia per ritirarle dal mercato. Non conosco il budget a disposizione del direttore di Oggi, ma faccio questo mestiere da 30 anni e non credo che si spendano cifre del genere a cuor leggero. Qualcuno mi ha obiettato che centomila euro sono tanti, ma certi servizi costano: per le immagini della figlia di Angiolina Jolie e di Brad Pitt c’è chi ha speso 250mila euro. Vero: ma quelle sono foto che hanno fatto il giro del mondo, quelle di Sircana invece hanno fatto il giro del cassetto di Belleri. Al massimo sono passate dalla scrivania del direttore di Oggi a quella di qualche alto papavero del gruppo. Perché è evidente che Belleri non ha deciso da solo.
Un giornalista è pagato per dare le notizie, non per nasconderle. E Belleri è un giornalista di razza. Se ha sborsato 200 milioni di vecchie lire per togliere dal mercato quelle immagini, c’è qualcuno che gli ha detto di farlo, che gli ha dato l’autorizzazione, se non l’ordine. E chi è questo signore? Il direttore generale? L’amministratore delegato? Il presidente? Diteci: qual era l’interesse del gruppo Rizzoli Corriere della Sera – società quotata in Borsa - a far sparire quelle foto? E poi: come mai quel servizio fotografico aveva un prezzo definito intrattabile, prendere o lasciare, a scatola chiusa? Ho lavorato all’Europeo e ho comprato centinaia di servizi fotografici e so che la regola numero uno è trattare: l’agenzia chiede 10 e io ne offro 5, per poi pagare 7 o 8. A maggior ragione se si tratta di servizi che costano 100mila euro.

Come mai quello su Sircana era invece un pacchetto a prezzo chiuso e a Belleri è toccato solo prenderne atto e sborsare?
Insomma qualcuno dei vertici aziendali ci vuole spiegare come mai un grande gruppo, cui fanno riferimento azionisti importanti, ha nascosto pagandole a caro prezzo le immagini? La Rizzoli Corriere della Sera, le cui testate - a cominciare dalla capofila - danno spesso lezioni di etica al Paese e alla politica, voleva fare un favore a Silvio Sircana? E perché mai avrebbe dovuto? Ce lo spieghino, così d’ora in poi sapremo come regolarci.

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