
A due passi dai locali della movida dell'Arco della Pace e di corso Sempione, vicinissima a via Andrea Massena e alla sede di Radio Deejay ma anche al consolato turco di via Canova, la via Giovanni Randaccio è una delle classiche strade defilate e quasi nascoste, molto ben abitate. La deliziosa villetta liberty su tre piani al civico 8, recintata da un muretto di un paio di metri che ne custodisce signorilità e privacy oltre a una discreta vegetazione, ne è l'esempio. Che il crimine sia potuto arrivare anche qui - e non solo lungo le strade dove i «maranza» rapinano collanine e assaltano coetanei spauriti - fa una certa impressione a tutti in zona. «Non c'è ormai un posto di questa città dove si possa stare in pace: qui non era mai accaduto nulla» commenta una coppia di anziani che abita da sempre in via Randaccio. È un tentato furto in abitazione quasi sicuramente degenerato solo in seguito in omicidio quello scoperto dal padrone di casa, un imprenditore 52enne, nel tardo pomeriggio della domenica di Pasqua. Una data «sensibile» per i topi d'appartamento, spesso segnalata dalle forze dell'ordine: quando i milanesi se ne vanno, durante i canonici «ponti», va messo in conto che qualcuno possa tentare di entrare a casa loro per fare razzia. Adesso saranno le telecamere di videosorveglianza di questa deliziosa magione a fornire maggiori dettagli alla polizia che indaga sulla morte di Angelito Acob Manansala, il filippino 61enne strangolato e che lavorava lì come domestico. Per il momento si può solo supporre che il poveretto si sia trovato davanti all'improvviso il presunto assassino, Dawda Bandeh, gambiano di 28 anni, regolare e con un vecchio precedente per guida in stato di ebbrezza. La dinamica del delitto è, infatti, ancora poco chiara e ci sono diversi punti da chiarire.
A trovare il cadavere è stato appunto il padrone di casa, esponente di spicco della comunità ebraica meneghina. L'uomo è rientrato dopo una settimana di ferie domenica intorno alle 18 e una volta all'interno ha rinvenuto il cadavere del domestico, ma ha anche notato uno sconosciuto girare per casa. Così è uscito nuovamente, ha chiuso a chiave l'ingresso e ha chiamato la polizia che, una volta sul posto, è riuscita ad arrestare il gambiano, ma solo dopo averlo messo ko con una scarica di taser.
«Che si tratti delle periferie milanesi, ormai abbandonate a sé stesse e prive di controlli efficaci a causa dell'indifferenza della Giunta Sala, o di zone centralissime come l'Arco della Pace, criminali e delinquenti agiscono impunemente e senza controllo - commenta il deputato di Fratelli d'Italia e vice presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera Riccardo De Corato -.
Per questi motivi, e anche per l'enorme numero di stranieri che vivono nella nostra Regione, circa un milione e 200mila che si sommano a quelli di Milano e città metropolitana, circa 493.000 oltre i 100.000 clandestini, serve raddoppiare i Cpr in Lombardia perché in città il solo Centro per i rimpatri di via Corelli, che è vitae, non basta più».
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