Un doppio Goldoni (ma di qualità)

Sebbene le recenti vacanze pasquali abbiano regalato ai romani rimasti in città eventi e spettacoli di ottimo livello (citiamo, per esempio, il festival «Divinamente Roma» all’Ara Pacis e la «Pasqua alla Siciliana» del Palladium), nelle grandi sale capitoline solo da questa sera si configurano nuovi e importanti debutti. In molti casi si tratta di titoli attesi da tempo, di quelli che si cerchiano in rosso su programmi e brochure per non rischiare eventuali dimenticanze. In altri, si tratta invece di operazioni da scoprire affidandosi al «nutriente» gusto della sorpresa. In entrambi i casi, le linee programmatiche sono comunque chiare: autori classici, ascendenze letterarie colte, ottimi interpreti, scelte registiche che non si lasciano intimorire dalla tradizione. Ecco dunque Toni Servillo (regista e interprete) presentare al Valle la sua Trilogia della villeggiatura di Goldoni in uno spettacolo che - da non mancare! - cuce insieme i tre distinti «movimenti» del celebre trittico (concentrati rispettivamente sulle «smanie», le «avventure» e il «ritorno») in un unicum dove le situazioni, e con esse i cuori dei personaggi, evolvono, si trasformano, languono. Prodotta da Teatri Uniti insieme con il Piccolo di Milano, la messinscena è arricchita da un nutrito cast dove figurano, tra gli altri, Andrea Renzi, Paolo Graziosi, Tommaso Ragno ed Eva Cambiale (da domani sera). Sempre al repertorio del prolifico autore veneziano attinge Giulio Bosetti nel dare corpo e voce al suo burbero Sior Todero Brontolon: maschera di vecchio fastidioso e misantropo che - alla regia c’è Giuseppe Emiliani - si barcamena causticamente tra aspirazioni alla solitudine e vitali slanci di apertura verso il prossimo, finendo giocoforza gabbato (da giovedì sera al Quirino).
All’operatività fertile e impegnata dello Stabile di Genova si deve poi la messa a punto di un lavoro interessante come Svet. La luce splende nelle tenebre di Lev Tolstoj, dramma incompiuto ma intriso delle più emblematiche riflessioni etiche e religiose del grande romanziere russo che Vittorio Franceschi (protagonista) e Mario Sciaccaluga (regista) portano in scena al Vittoria, da domani sera, dopo gli ottimi consensi già raccolti in giro per la Penisola. Un omaggio alla splendente stagione della letteratura russa è pure Memorie dal sottosuolo di Dostoevskij, nell'originale lettura di e con Gabriele Lavia che torna all'Argentina da questa sera.
All’insegna del Novecento si declina invece la nuova proposta dell’Eliseo: dopo le spigolose pulsioni (auto)distruttive indagate ne Il malinteso di Camus, Pietro Carriglio si rivolge ora a un’opera altrettanto poco frequentata quale Il re muore di Ionesco, in arrivo nella sala di via Nazionale da questa sera nell’interpretazione di Alvia Reale e Nello Mascia. Un testo da riscoprire in tutta la sua valenza metaforica, che parla di potere, morte, avidità, distruzione, in un contesto registico qui particolarmente incline agli accenti metateatrali. Tra Sciascia e Pasolini si muove poi La notte delle lucciole, intenso atto unico che Roberto Andò (autore della drammaturgia e regista) e Marco Baliani (voce recitante insieme con Coco Leonardi e sei bambini) hanno costruito a partire dalla Sicilia e da grandi tematiche di interesse civile, immaginando un dialogo fraterno tra i due nostri intellettuali dove le parole e il pensiero di entrambi risuonano attuali più che mai. Calato nello spazio di un’aula scolastica, questo dialogo aspira ad assumere toni educativi e condensa in sé denunce, urgenze, slanci lirici propri di una narrazione/riflessione che ci chiama in causa tutti (a India da domani).


Vogliamo infine segnalare il promettente allestimento de La signorina Else di Schnitzler che arriva al Piccolo Jovinelli anch’esso domani: lo dirige un giovane ma già esperto regista di scuola ronconiana, Federico Olivetti, e in scena c’è la brava Cecilia Cinardi, volto televisivo assai caro al grande pubblico (nel suo curriculum figurano partecipazioni a series molto popolari come Distretto di polizia, Don Matteo, Un medico in famiglia).

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