Ieri alle 10 erano rimasti appena una quarantina di ragazzi e i titolari dei chioschi avevano già radunato la loro mercanzia e smontato i cartelli sui quali, però, si poteva ancora leggere: «Coppa, mortadella, birra, ketamina, trip, anfetamina». I resti del rave party «Pasquatek 2008» di Segrate, durato due giorni e due notti nell’area dismessa di via Tiziano e al quale hanno partecipato quasi 3mila ragazzi, perlopiù minorenni, sono un video finito sul portale Youtube, oltre a valanghe di cartacce, bottigliette e lattine seminate su oltre 400mila metri quadrati di cemento, piccoli pozzi e capannoni industriali. Tutte realtà che, unite alle raffiche di vento gelido di ieri mattina, creano ancora più amarezza se si pensa che qualcuno - in quel caos di oltre 48 ore ininterrotte di musica Trance, House, Garage, Hip-Hop e Thai-BreakBeat - solo una manciata di ore prima ha perso la vita.
Il cadavere di Mattia Lo Castro, 19 anni - il ragazzo morto domenica all’ospedale Bassini di Cinisello Balsamo dopo che un ancora misterioso cocktail di droghe, ingerito al rave sabato notte, gli ha provocato quattro arresti cardiaci intervallatisi in dodici ore di agonia - ieri mattina è stato portato all’obitorio di piazzale Gorini dove la madre, giunta da Castellanza (Varese), ha potuto vederlo per pochi attimi prima che fosse rinchiuso nella cella frigorifera in attesa dell’autopsia. Del caso si occupano Polfer e commissariato di Cinisello. Quest’ultimo ha raccolto l’appello della mamma: «Trovate chi ha fatto morire mio figlio, ho già subito troppi dolori nella vita. Anche il papà si è suicidato mentre lui stava preparando gli esami di terza media». E, soprattutto, ha ascoltato la testimonianza di un altro ragazzino: «Quello che abbiamo preso è una droga liquida che si scioglie in acqua. Io sono stato male, Mattia è morto».
Nel corso della notte tra sabato e domenica, quando l’ambulanza aveva trasportato Mattia al Bassini, il 118 era intervenuto altre due volte sul posto. La prima per soccorrere un ragazzo caduto in un pozzo. Era stato riportato in superficie da altri giovani, poi aveva accettato le cure, ma aveva rifiutato il ricovero e si era allontanato facendo perdere le proprie tracce. Alle 7.30 di domenica un nuovo allarme. Una segnalazione anonima aveva indicato una persona che si sentiva male e che era diventata cianotica.
«I rave party sono luoghi di aggregazione, non certo posti da demonizzare - continuavano a ripetere gli ultimi giovani rimasti ieri mattina in via Tiziano -.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.