Droga, un altro maxisequestro

Droga, un altro maxisequestro

Donne africane e dei Paesi dell’Est Europa al sesto, settimo mese di gravidanza che per una manciata di dollari ingoiavano fino a 60, 70 ovuli pieni zeppi di droga purissima. La rottura di uno soltanto poteva mettere a rischio non solo la loro vita, ma anche quella del piccolo che portavano in grembo. Fa rabbrividire l’analisi relativa ai trucchi ingegnosi studiati dai corrieri di droga per cercare di eludere i severi controlli negli aeroporti. A compierla è stata la Guardia di Finanza dell’aeroporto di Fiumicino, alle prese con l’ennesima operazione che ha portato all’arresto di una novantina di persone e al sequestro di circa 100 chili di droga, tra eroina e cocaina, per un valore al dettaglio di 30 milioni di euro.
Gli ormai anacronistici stratagemmi dei doppi fondi nei bagagli o dell’uomo sulla sedia a rotelle con entrambe le gambe ingessate per nascondere diversi chili di eroina, fanno quasi sorridere se messi al confronto con le modalità scoperte nel corso delle indagini dei finanzieri durate quasi un anno, che hanno portato all’intercettazione di corrieri di droga provenienti da decine di Paesi: nigeriani, ghanesi, polacchi, romeni, estoni, lettoni, bulgari, lituani e dominicani.
A gestire il traffico, una fitta rete composta da organizzazioni criminali nigeriane in grado di controllare l’intero circuito illegale, dal rifornimento nei Paesi sudamericani e africani di produzione e stoccaggio, al trasporto in Europa, fino all’attività di spaccio al dettaglio di eroina e cocaina. Per non dare troppo nell’occhio gli aguzzini sfruttavano come corrieri donne in gravidanza. Questo perché su di loro, i finanzieri, di fronte a un potenziale caso sospetto, non potevano eseguire le radiografie, unico esame in grado di individuare il carico di stupefacenti ingerito da questa gente proveniente da Paesi poveri che per poche centinaia di dollari di compenso era disposta a rischiare la propria vita. Ma neanche il trucco del pancione (vero) è bastato a ingannare gli investigatori. Dopo indagini capillari e pedinamenti, infatti, la maggior parte delle donne gravide sono state arrestate nei maggiori aeroporti italiani ed europei, tra cui quelli di Fiumicino e Ciampino, Bergamo, Pisa, Bari, Alghero, Napoli, Malpensa, Treviso, Catania.

Ventuno dei novanta narcotrafficanti individuati nel corso dell’operazione, peraltro, sono stati arrestati nell’ambito della cooperazione internazionale, su segnalazione del comando generale della gdf e della direzione centrale per i servizi antidroga delle polizie francese, inglese, irlandese, svizzera, olandese e spagnola.

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