Due processi per mafia, in aula il testimone è Mastella

Il Guardasigilli oggi a Palermo convocato dalla difesa di Giudice (Fi) e del governatore Cuffaro. Nel mirino i rapporti con il pentito Campanella, ex Udeur

Due processi per mafia, in aula il testimone è Mastella

Palermo - Sarà il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, il protagonista indiscusso di ben due processi su mafia e politica che si svolgono oggi a Palermo. Il Guardasigilli è stato infatti chiamato come teste della difesa sia nel processo che vede imputato il deputato nazionale di Forza Italia Gaspare Giudice, accusato di associazione mafiosa, sia nel processo dove è imputato l’attuale presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, accusato di favoreggiamento nei confronti delle cosche mafiose.
In entrambi i processi ormai è entrato con decine di verbali accusatori il nuovo pentito Francesco Campanella, che è stato il segretario nazionale dei giovani dell’Udeur, quando Cuffaro lasciò la sinistra e il partito che aveva fondato con Clemente Mastella e si ritrovò nell’Udc, alleato della Cdl. Dopo questa scelta, venne candidato ed eletto presidente della Regione per il centrodestra.
Ed è in particolare su questo periodo che Mastella verrà presumibilmente interrogato dalla difesa. Per i legali, infatti, è importante definire il contesto di quegli anni, durante i quali sia Cuffaro che Mastella furono testimoni di nozze dell’attuale pentito. Una cerimonia che segnò anche una data importante, quella della rottura tra i due, con Cuffaro che passò nelle file del centrodestra, proprio la sera del matrimonio. Su quel matrimonio punta l’accusa, e la difesa è pronta a reagire: «Chissà perché - sostiene uno dei legali della difesa, Nino Mormino - a Cuffaro viene imputato che non poteva non sapere che Campanella era componente di Cosa Nostra, mentre l’altro testimone di nozze, Mastella, poteva benissimo, come ha dichiarato, non sapere». Una storia che sembrava avviata verso la politica nazionale, sino a quando non si scoprì che era stato proprio Campanella a fornire i documenti al boss Provenzano affinché potesse andare a Marsiglia per il ricovero in ospedale. Il rapporto stretto tra Mastella, Cuffaro e lo stesso Campanella è raccontato in numerosi verbali dal pentito, che ha anche ammesso di aver cercato di mediare tra i due ricordando di quella volta che con Cuffaro andarono a casa di Mastella per convincerlo a passare nel centrodestra. Quest’ultimo non li fece entrare neanche in casa e dalle scale Cuffaro gli disse: «Sono stato dal Cavaliere, questo ci prende a tutti, vieni con me perché io faccio il presidente della Regione e tu fai il presidente della Camera. Mastella sgranò gli occhi, mi guardò e mi disse: glielo dici tu che è cretino o glielo dico io? Proprio con queste testuali parole. Io a quel punto dissi: scusa Clemente se siamo venuti, ti chiedo scusa e ce ne siamo andati».
È uno dei tanti episodi di cui verrà chiesto conto al Guardasigilli, che cercherà di ricostruire anche quei mesi che scompaginarono il primo governo di sinistra siciliano, proprio con il passaggio di Cuffaro all’Udc. Nella stessa mattinata Mastella cambierà aula e processo ma il tema centrale sarà sempre quello del suo rapporto con il pentito Campanella.

Così come con Pierferdinando Casini, che ha testimoniato prima delle vacanze, la difesa di Gaspare Giudice spera che dalle testimonianze del ministro di Giustizia venga messa in discussione la credibilità di Campanella, un pentito che prima che raccontasse dei suoi rapporti con Provenzano e le cosche del suo paese, Villabate, era considerato una promessa della politica siciliana, al punto che per il suo matrimonio riuscì a mobilitare sia Cuffaro sia Mastella.

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