Il duello Russia-Nato mette a rischio la missione nel Paese

La logistica, i rifornimenti delle truppe Nato e americane in Afghanistan potrebbero essere a rischio se la Russia decidesse di non concedere il transito ai convogli alleati sul proprio territorio (e quindi in Kazakhstan e Uzbekistan).
La Russia per ora lancia segnali rassicuranti, che valgono di più perché arrivano da un super-falco come l’ambasciatore alla Nato, Dmitri Rogozin. Il diplomatico dice che una sconfitta dell’Alleanza atlantica in Afghanistan non è tra gli interessi russi. Però il ministro degli Esteri di Mosca, Sergey Lavrov, precisa che «il futuro della Nato si decide in Afghanistan e la Russia ha bisogno di cooperare con la Nato almeno quanto la Nato ha bisogno della Russia». In effetti, al quartier generale politico dell’Alleanza, a Bruxelles e a quello militare, a Mons, si è davvero spaventati dalla possibilità che la tensione crescente con la Russia spinga il Cremlino a rimangiarsi il via libera - formalizzato durante il vertice di Bucarest di aprile - al passaggio sul proprio suolo dei convogli logistici Nato necessari a rifornire i contingenti in Afghanistan. La Nato aveva chiesto di far transitare anche truppe e mezzi da combattimento. Mosca ha accettato solo traffico logistico.
Per la Nato si tratta di una «vena iugulare» logistica, perché al crescere della presenza militare in Afghanistan e delle attività di combattimento, aumentano le richieste logistiche. E alimentare una guerra e decine di migliaia di soldati solo per via aerea è costoso e difficile. E raggiungere l’Afghanistan via Pakistan è complicato e pericoloso.

Mosca non ha interesse a veder cadere l’Afghanistan in mano ai talebani e Al Qaida, dopo quello che è accaduto in Cenenia negli anni ’90. Ma non conviene a nessuno rompere i ponti con la Russia nel campo della sicurezza.

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