E adesso c’è anche l’ombra dello slittamento

E adesso c’è anche l’ombra dello slittamento

Fino a ieri sulle elezioni gravava un punto interrogativo: chi partecipera? Da ieri ce ne sono due. L’altro è: quando si voterà? La riammissione della lista Liberal-Sgarbi, avvenuta mercoledì sera a opera del Tar, ha aperto un varco nel muro di sentenze con cui la magistratura aveva più volta cristallizzato la situazione alla gazzarra del 27 febbraio in via Varisco: elezioni il 28 e 29 marzo senza Pdl. Ma il critico d’arte ora ha facolta di chiedere il rinvio del voto per godere di un congruo tempo di campagna elettorale. Una richiesta che anche da sinistra non viene sottovalutata. E sulla quale nei prossimi giorni (se non addirittura nelle prossime ore) Regione e governo sono chiamati a dare una risposta tutt’altro che facile. Da un lato, infatti, ci sono le regole sacrosante, e delle quali peraltro la sinistra si è fatta scudo per mettere in fuorgigioco il Pdl. Dall’altra, però, ci sono i rispettivi interessi, sui quali i due schieramenti in campo si stanno febbrilmente interrogando. Cui prodest votare l’11 e 12 aprile, come propone Vittorio Sgarbi? A chi interessa? Di sicuro possiamo ipotizzare a chi non conviene: ai cittadini che ne riceverebbero un indubbio danno economico.
Naturalmente sul caso-Sgarbi le posizioni sono quanto mai varie. Nel centrodestra c’è una certa prudenza, anche se nessuno può dar torto al critico d’arte e ai suoi candidati: «Io accetterò ogni responso da parte delle autorità responsabili di decidere ma, come ho fatto fino a questo momento, nessun ostacolo potrà fermare la mia campagna elettorale, qualunque sia il giorno in cui si voterà», la pilatesca posizione di Renata Polverini, che per questo è beccato dalla sinistra: «Sul rinvio del voto nel Lazio registriamo un’insolita ambiguità degli esponenti del Pdl laziale e della candidata Polverini che si nascondono dietro la richiesta di Sgarbi perché forse preoccupati dai sondaggi e dalle dubbie performance di queste ultime settimane di campagna elettorale», dice la deputata del Pd Ileana Argentin. Mentre il consigliere comunale del pd Massimiliano Valeriani va ben oltre: «La candidata Polverini, come ormai sempre le succede, dice una cosa e ne pensa un’altra. Vuole che le elezioni si rinviino perché è sotto nei sondaggi e spera vanamente di recuperare, ma non vuole essere accusata di costringere per altre due settimane i cittadini laziali a sorbirsi questa ormai definita e conclusa campagna elettorale». Ed Emma Bonino? «Rinvio in tutta Italia? In questo caso sono d’accordo», taglia corto.
In realtà c’è anche un altro fronte ancora aperto. Ed è quello del Consiglio di Stato, che sabato dovrebbe decidere sull’ennesimo ricorso del Pdl contro il no del Tar alla riammissione della lista provinciale.

Ad aumentare le chance di un «sì» che cancelli i sette no precedenti c’è la Corte Costituzionale, che ieri ha riconosciuto la constituzionalità del decreto «salvaliste» respingendo il ricorso della regione Lazio. «Adesso ci auguriamo altrettanta saggezza da parte del Consiglio di Stato», confida il deputato del Pdl Marco Marsilio. La partita è ancora tutta da giocare. Quando, non si sa.

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