E le armi di Teheran continuano a uccidere marines

L’Iran sta aumentando le operazioni «coperte» contro gli americani in Irak, grazie alle milizie estremiste sciite. Lo scorso mese di luglio le forze Usa hanno subito il più alto numero di attacchi con ordigni ad elevata penetrazione, le micidiali e sofisticate trappole esplosive solitamente nascoste ai bordi delle strade, i cui componenti e il sistema di fabbricazione arrivano da Teheran. «A luglio abbiamo registrato il numero più alto, con 99 attacchi», ha rivelato al New York Times il generale Raymond Odierno, numero due in Irak. Un terzo dei caduti americani del mese scorso, 23 soldati, sono stati uccisi dalle Efp, la sigla che indica le trappole esplosive di fabbricazione iraniana.
Secondo Odierno, gli estremisti sciiti, legati all’Esercito del Mahdi di Moqtada al Sadr e a fazioni minori ma altrettanto pericolose, sono responsabili negli ultimi tempi del 73% degli attacchi in cui sono rimasti feriti o uccisi soldati americani. Il numero di imboscate esplosive con i famigerati Efp sono raddoppiate da gennaio. Secondo il generale Usa l’infiltrazione iraniana in Irak «è cresciuta negli ultimi tre o quattro mesi per quanto riguarda l’addestramento, l’equipaggiamento e i fondi» ai miliziani sciiti.
Il comando statunitense ritiene che «gli iraniani stiano aumentando il sostegno ai “gruppi speciali” (definizione delle fazioni estremiste sciite, ndr)», con l’obiettivo «di influenzare le decisioni che dovrebbero essere prese a settembre». Il riferimento è all’atteso rapporto al Congresso sulla situazione in Irak.
Non è un caso che ieri gli americani abbiano annunciato l’uccisione di una trentina di miliziani sciiti a Sadr City, la roccaforte dell’Esercito del Mahdi a Bagdad, grazie a raid aerei e operazioni congiunte con i corpi speciali iracheni. Le dettagliate analisi del Centro di studi strategici di Washington denunciano da tempo l’infiltrazione iraniana in Irak con dovizia di particolari. Oltre ai micidiali ordigni ad alta penetrazione, sono stati forniti agli estremisti iracheni razzi da 240 millimetri lanciati contro il comando inglese a Bassora e la «zona protetta» a Bagdad, dove si trova il quartier generale Usa. Da Teheran arrivano anche esplosivo C-4, armi leggere e mortai da 107 millimetri. Gruppi dai 20 ai 60 miliziani vengono addestrati in tre campi vicini all’Iran da esperti di Teheran. Le operazioni coperte vengono gestite dal Dipartimento 9000, una struttura segreta dell’unità Al Quds, l’élite delle Guardie della rivoluzione islamica.

In Irak gli iraniani utilizzano anche esperti di Hezbollah, come Ali Mussa Dakdouk, catturato il 20 marzo assieme ai capi di una cellula estremista, che si era staccata dall’Esercito del Mahdi.
In queste ore il premier iracheno Nouri al Maliki è in visita a Teheran con cinque ministri per discutere con le autorità iraniane della sicurezza nel suo Paese.

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