E Ciocchetti deluso dai falchi Udc pensa al trasloco coi berlusconiani

Ammetterlo, non lo ammette. Anzi fa sapere che trattasi di «fandonia». Ma l’aria che tira è quella del divorzio. Luciano Ciocchetti, segretario regionale del Lazio dell’Udc, starebbe per passare armi e bagagli al Pdl. L’uomo forte dei centristi a Roma, collettore di buona parte dei voti che hanno visto lo scudocrociato issarsi al 6,12 per cento nelle ultime Regionali, sarebbe infatti in disaccordo con il modo in cui la direzione nazionale ha condotto le trattative per la nascita della giunta Polverini, varata domenica sera. Giunta nella quale l’Udc non c’è. Almeno per ora. Dei 16 assessorati previsti, ne sono stati assegnati, con un astuto gioco di accorpamenti, soltanto 14: dieci al Pdl (sei agli ex di Forza Italia e quattro in quota An), due alla lista civica per Renata Polverini, uno alla Destra e l’ultimo alla stessa Polverini, commissario alla Sanità. Una scelta che appare come un’evidente volontà di lasciare aperto uno spiraglio a un ripensamento dell’Udc. Qualora le trattative con i centristi si riaprissero, un paio di assessorati potrebbero essere «spacchettati», aggiungendo due posti a tavola per gli uomini di Casini.
Il punto è proprio questo: due assessorati sono pochi secondo Lorenzo Cesa, il presidente dell’Udc che fino all’ultimo ha battagliato con la Polverini chiedendo a gran voce che venissero rispettati i patti pre-voto: tre assessorati e la vicepresidenza della giunta. Il minimo per premiare un apporto, numeri alla mano, decisivo per la vittoria della Polverini, almeno secondo l’Udc. Troppo considerando che Storace, con il 3,99 per cento dei voti, si è accontentato di un assessorato, per quanto «plurimo», attribuito a Teodoro Buontempo (Casa, Tutela dei consumatori e terzo settore), secondo il Pdl.
E Ciocchetti? Si è sentito beffato. Da nome caldo per un assessorato (era in pole position per la strategica delega all’Urbanistica), o addirittura per la vicepresidenza, nella trattativa con il Pdl per le poltrone era chiaramente dalla parte delle colombe. Il fatto che invece abbiano prevalso i falchi, e quindi l’appoggio esterno della giunta di centrodestra da parte del suo partito, è stato vissuto da Ciocchetti, deputato alla sua terza legislatura, come un tradimento personale. Da qui il possibile trasloco al Pdl, dove potrebbe tornare protagonista della giunta.
Di certo Ciocchetti non è il solo ad avere mal di pancia nell’Udc romano. Formalmente tutti appoggiano la linea dura e pura di Cesa, parlando di umiliazione del partito e garantendo di comportarsi con la Polverini «con la stessa lealtà dimostrata da lei nei nostri confronti».

Ma off the records più di qualcuno pensa che si sia trattato di un piccolo suicidio politico: per avere troppo si è finiti con un pugno di mosche in mano, senza nemmeno la prospettiva di fare davvero da ago della bilancia nella consiliatura ai nastri di partenza: se infatti alle urne il 6,12 per cento dell’Udc avrebbe consegnato la vittoria a Emma Bonino, in consiglio i sei eletti centristi non bastano a impensierire la maggioranza, che conta da sola 38 seggi contro i 29 del centrosinistra.

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