Silvio Berlusconi non è uno di famiglia. O, meglio ancora, secondo qualcuno, «da famiglia».
In altre parole - che sono le parole, per esempio di Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni famigliari -, il presidente del Consiglio è una presenza «imbarazzante».
Per carità, può venire, dice in buona sostanza Belletti, come era peraltro da tempo schedulato, alla Conferenza, organizzata dal Forum a Milano dall8 al 10 novembre, ma se non viene è meglio. E se proprio deve venire, verrà sdoganato ufficialmente solo se prima di quella data, quindi nelle prossime ore, darà un «segnale forte». Un segnale che si possa interpretare come un vero, tangibile atto di sostegno proprio alle famiglie. Una gentile concessione «a patto che», tanto simile a un ricattino, anche un po perfido. Le parole del Gran Ciambellano del Forum delle famiglie che, come tale, quindi si ritiene in diritto-dovere di parlare a nome di tutte, ma proprio tutte, le famiglie italiane, non lasciano spazio ad altro tipo di interpretazione se andiamo a leggerle insieme: «Il presidente del Consiglio è un grande valore per la conferenza, ma la nostra preoccupazione è che alla conferenza non ci si concentri sugli stili di vita personali dei politici ma sui problemi sul sostegno alle famiglie». Che, tradotto, significa: il premier se inaugura la Conferenza ci dà lustro e magari qualche riga sui giornali, ma se poi viene e si parla solo delle sue intense attività sessuali, del fatto che gli piacciono le donne e non gli uomini e del fatto che, come dice lui, visto che lavora come un disperato, ogni tanto ha il diritto di divertirsi, allora ci rovina la festa e quindi è meglio che se ne stia a casa. Chiaro.
Allora che cosa si inventano al Forum delle famiglie? Si inventano un lasciapassare foderato di euro: «Al governo - dice Belletti alle incuriosite agenzie di stampa - chiediamo un fisco a favore della famiglia, il fondo sulla non autosufficienza, il sostegno alle famiglie con anziani o persone disabili a carico, la tutela dei minori». Che, tradotto, significa: Berlusconi cacci un po di soldi, faccia vedere con un bel gesto di generosità (il famoso segnale forte) che le famiglie, almeno le famiglie degli altri (chissenefrega della sua) gli stanno a cuore, e noi del Forum lo accoglieremo a braccia aperte.
Basta? Sì, almeno per il momento, può bastare. Perché, tra un colpo al cerchio della facciata e uno alla botte degli aiutini, il presidente Belletti si avvita sempre e comunque su se stesso con le sue squillante dichiarazione dintenti: «Nei confronti di Berlusconi nessuna pregiudiziale, anche se cè imbarazzo per il discorso pubblico di questi giorni». Sia come sia, Belletti, con le sue parole, ha in ogni caso fornito un bellassist alla sgangherata opposizione di centrosinistra per tentare di alzare un po la voce. «È il minimo che Belletti potesse dire - si è precipitato a dichiarare il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani -, le affermazioni di Berlusconi sono di una gravità assoluta e testimoniano che per salvarsi punta alle idee più retrive: la donna è il dopolavoro del maschio e gli omosessuali sono da disprezzare. Sono cose che ci fanno finire fuori dal contesto europeo. Non sono parole dette per caso, sono una piattaforma che Berlusconi vuole presentare al Paese, una piattaforma regressiva in cui il consenso viene prima delle regole». Anche Stefano Boeri, candidato sindaco alle primarie del centrosinistra di Milano, e tutto il Pd cittadino si stanno mobilitando per invitare il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a non aprire lunedì prossimo la conferenza nazionale sulla famiglia. Per chiamare a raccolta i milanesi a un presidio organizzato domani pomeriggio in piazza San Carlo, larchitetto e urbanista ha lanciato un appello rivolto al premier: «Caro presidente Berlusconi, quando ho letto che sarà Lei a inaugurare a Milano i lavori della conferenza nazionale della famiglia ho pensato che fosse unaltra delle sue barzellette. Purtroppo mi sbagliavo. Presidente, risparmi ai milanesi e agli italiani una delle sue solite passerelle ed esternazioni. Presidente, i milanesi sono persone serie. La famiglia è un tema serio e importante: l8 novembre, il giorno dellinaugurazione della Conferenza nazionale della famiglia, se ne stia a casa a riflettere».
Decisamente più sensata la dichiarazione di Carlo Giovanardi, sottosegretario con delega alle politiche familiari: «Sono daccordo con quanto detto dal presidente del Forum delle associazioni familiari, Francesco Belletti, circa il valore aggiunto della presenza del presidente del Consiglio dei ministri allapertura della seconda Conferenza nazionale sulla famiglia, e condivido anche le sue preoccupazioni sulla possibilità che lattenzione mediatica, invece di concentrarsi su importanti questioni che riguardano milioni di italiani, enfatizzi soltanto le sterili polemiche di questi giorni».
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