E a Genova il Comune ammette: errori in 143 sezioni

Voti in bianco, conteggi sbagliati, urne chiuse in ritardo Confermate le denunce della Cdl. E la Procura indaga

da Genova

Ora ci sono anche le prove: il voto di Genova è stato falsato. Lo scrive la commissione elettorale che ha compilato i verbali delle ultime elezioni che hanno sancito la vittoria (risicata) di Marta Vincenzi nella corsa alla carica di sindaco. Che tra l’altro attende l’esito di un ricorso per l’ineleggibilità a causa di un presunto conflitto di interesse per le attività del marito. Il 25 settembre ci sarà l’udienza in tribunale, intanto il marito ha rinunciato a un incarico da collaudatore all’autorità portuale di Genova e il pool di avvocati che difendono la Vincenzi punta soprattutto sui motivi formali di irricevibilità del ricorso presentato dall’associazione Casa della legalità.
Il voto di Genova, a prescindere da questo, è stato falsato, ma non c’è comunque niente da fare. Nel senso che la legge vieta la riapertura dei plichi e il riconteggio delle singole schede, a meno che non siano il Tar o la magistratura a stabilirlo. E comunque in tal caso passerebbero anni e anni prima di «riscrivere» l’esito del voto. Dalle cinque cartelle redatte dal dirigente del servizio elettorale del Comune, Clavio Romani, ora sul tavolo del presidente della Corte d’Appello di Genova, emerge una lunga galleria degli errori. Sul banco degli imputati sono finiti 143 presidenti di sezione (sui 653 totali) «che non hanno operato in maniera corretta». Si parla di voti di lista in bianco, risultati errati, presidenti di sezione riconvocati per rifare i conteggi, seggi chiusi in ritardo.
La lettera è stata indirizzata al presidente della Corte d’Appello perché a lui è riservata la nomina dei presidenti di sezione. Ma per Gianfranco Bonetto, presidente della Corte d’Appello, «di brogli non si può parlare, bensì di problemi nella gestione dei seggi. Semmai dovrà essere il Tar a verificare se ci sono stati dei conteggi sbagliati». La Corte d’Appello la prossima volta si limiterà a depennare dalle liste i nomi dei presidenti meno zelanti. Ma il pasticciaccio brutto non è passato inosservato al coordinatore ligure di Forza Italia, Michele Scandroglio, che ha dato disposizione al presidente della commissione affari costituzionali del comitato regionale azzurro, Gabriele Boscetto, di organizzare un tavolo allargato ai parlamentari e agli esperti del settore per studiare delle soluzioni legislative in grado di scongiurare in futuro altri casi come questo. E lo stesso Boscetto ha presentato un’interpellanza urgente al ministero degli Interni nella quale si chiede di verificare quello che è successo nelle operazioni di scrutinio e si coglie l’occasione per proporre una legge che consenta di riconteggiare le schede una ad una. Ed è quanto si augura anche l’ex sottosegretario di Forza Italia Alberto Gagliardi, che nel suo seggio ha visto perdere persino il suo voto, oltre a quello della moglie e del figlio. «Il mio - dice Gagliardi - è il caso più clamoroso dei pasticci avvenuti nelle ultime elezioni. E la preoccupazione è che oltre al mio voto siano venuti a mancare anche quello per Forza Italia e per il candidato sindaco Enrico Musso».
Di qui l’esposto alla Procura per valutare l’opportunità di chiedere il riconteggio di tutte le schede.

Il pm Francesco Pinto sta indagando anche sulla denuncia presentata dall’ex magistrato Mario Sossi, il primo dei non eletti nelle liste di An, e su quella di Francesco Massa (An) in corsa per il municipio Medio Levante. Ma la protesta è bipartisan, perché un esposto è stato preannunciato anche da Angela Burlando, consigliere uscente dei Ds.

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