E i giallorossi si scoprono infelici e vincenti

Spalletti loda Mancini ma bacchetta il n° 10: «Lui deve fare di più»

La Roma ricomincia da dove aveva lasciato: da una vittoria (2-1 in rimonta a Bergamo con l’Atalanta) frutto più della convinzione e di qualche lampo di classe che della limpidezza di gioco che è stata la sua cifra stilistica per tutto l’autunno. Ma va bene così: se è vero che la manovra non è fluida e qualche uomo decisivo non è in forma, c’è anche da registrare una decisiva crescita sul piano della mentalità. Soltanto tre mesi fa la Roma una partita del genere probabilmente non l’avrebbe rivoltata com’è riuscita a fare ieri. E pazienza se l’Inter non perde un colpo e vince anche quando, come ieri a Siena, è spesso messa sotto nel gioco dagli avversari. Un rendimento quasi scoraggiante per chi insegue. «È difficile recuperare se l’Inter vince sempre - dice capitan Totti, ieri tornato a segnare su punizione -. I nerazzurri sono un gradino sopra tutti. Comunque è importante anche allontanare la Juventus, tenerci il secondo posto e sperare in un passo falso della capolista».
Totti è il volto sorridente della Roma: ieri a Bergamo ha festeggiato il gol numero 161 in campionato e il numero 198 in carriera. Fatti due calcoli, ecco la speranza «di poter festeggiare i 200 domenica col Catania». A inquinare un po’ il buonumore la mezza bacchettata di Luciano Spalletti: «Totti ha fatto gol e ci ha dato una mano. Può fare di più e poteva essere determinante ancora di più», dice il tecnico toscano. Che poi spiega: «Se un calciatore fa due gol a partita ma ha le possibilità di farne cinque, con due ha fatto poco. Se uno fa gol e poi lascia la squadra 70 minuti in inferiorità numerica gli altri sono costretti a fare una fatica maggiore. Oltre alla qualità ci vuole agonismo e forza».
Laddove capitano e allenatore sono d’accordo è sulla difficoltà a coltivare la speranza di un futuro aggancio all’Inter: «Non sarà facile riprenderli - dice Spalletti -. Loro dovrebbero fare un campionato normale e noi vincerle quasi tutte». Il fatto è che, dice Spalletti, «per raggiungere il livello dell’Inter ci vorrebbero altri due o tre campioni». Insomma, meglio rassegnarsi? «Bisogna essere pratici, alzarsi in piedi ed applaudire. Se gli altri riescono a mettere sette punti di distanza, bisogna applaudire. L’Inter ha fatto qualcosa di eccezionale ed irripetibile. Noi andremo a tentare di fare qualcosa in più, però abbiamo vinto anche quando è mancato Francesco».
Spalletti passa poi ad analizzare la prestazione dei suoi, e in particolare di Mancini: «Ha fatto molto bene, noi avremo ancora fiducia nelle sue qualità - dice quasi rassegnato -.

A volte giocatori come lui passano dei momenti in cui le cose non riescono però sa che noi crediamo in lui e oggi ci ha dato una mano per vincere la partita. Il gol è solo una componente. Negli occhi si leggeva la voglia di far male e di essere determinante. Sul finire della partita gli sono capitate palle in cui poteva fare di più».

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