E New York fa sfilare la forza delle donne

POETICI Alberta Ferretti disegna modelli romantici e guerrieri per Philosophy, Y-3 valorizza le spalle

E New York fa sfilare la forza delle donne

New YorkLe donne viste come il titano Atlante che sulle spalle porta l’universo e per Omero diventa uno dei pilastri del cielo. Ecco in chiave poetica la prima tendenza che emerge dalle passerelle di New York dove in questi giorni sfilano circa 200 marchi di cui solo 20 - a esser generosi - influenzano il mercato. Eppure nella città che non dorme mai la settimana della moda sta diventando come lo scalpo insanguinato nella cintura dei Sioux: un trofeo di guerra da esibire con orgoglio.
Noi italiani che in questo film facciamo la parte dei coloni scotennati per via della nostra fashion week ridotta a un campo di battaglia, stiamo cercando una via d’uscita verbale senza capire che a salvarci saranno solo i fatti. «A me interessa vincere alla fine, delle battaglie perse non bisogna nemmeno parlare: fai il gioco del nemico» dice ad esempio Alberta Ferretti che l’altro giorno ha fatto sfilare un’elegantissima collezione Philosophy per il prossimo inverno. «La moda deve tornare a emozionare» conclude questa piccola-grande donna capace di raccontare l’anima femminile con un dettaglio sartoriale. Di popeline bianco laserato, severo e malizioso come non mai, il collettino di Philosophy detta la linea veramente sublime dei grandi cappotti ben strutturati, dall’aria rigida e maschile in contrasto con lo stile iperfemminile dei vestiti sottostanti. A completare quest’immagine di donna allo stesso tempo forte e fragile, romantica e guerriera, ecco lo stivale da cavaliere, asciutto, dritto, con il tacco alto. «Ho sempre sognato di essere un uomo con il corpo di una donna» sostiene invece Diane Von Furstemberg con un’onesta collezione in cui blazer e pantaloni maschili fanno un piacevole contrasto con indumenti tipicamente femminili come il tutù da ballerina, la blusa a rose intagliate nello chiffon, l’abito stampato a mille colori. In realtà il vero collante tra quest’immagine e la modernità sta nel coprispalle che compare in quasi tutte le uscite. «Una grande eleganza» commenta generosamente l’ex premiere dame di Francia, sfoggiando due cose che qualunque donna vorrebbe avere: una stupenda borsa Birkin di Hermes e un bel marito innamorato cotto di lei. Oltre a Cecilia Attias nel backstage della Furstemberg si aggirano personaggi tipo Salman Rushdie e Marisa Berenson, amici intimi della signora che dirige la camera della moda americana e agli italiani preoccupati per la guerra dei calendari dice: «Non fate le vittime, la nostra forza è essere uniti». Lo pensa anche Custo Barcelona, simpatico maestro del colore e della grafica stile cartoon, uno che certo non ha paura di esagerare con il divertimento, la decorazione, l’ironia. Non a caso per descrivere la sua vitaminica collezione usa un gioco di parole piuttosto spiritoso: «Hairy Metal» che letteralmente vuol dire «Metallo peloso» invece di «Heavy Metal» (genere musicale molto rumoroso). Mantelline e colori vitaminici nella bella collezione Lacoste disegnata da Christophe Lemaire, direttore creativo del mitico marchio francese che per la prima volta dopo una decina d’anni di sfilate affronta con le proposte moda più avanzate lo sterminato mercato della griffe. Si chiude il cerchio tra la polo Lacoste e il cosiddetto lifestyle: un coccodrillo ci vestirà dalla testa ai piedi.
Dello stesso segno il lancio della linea Moncler Grenoble: capi tecnici da sci con uno stile che li rende portabili anche quando si scende dalle montagne. Spettacolare a dir poco la presentazione: 100 tra modelli e modelle arrampicati su un’impalcatura di 5 piani costruita nottetempo sul fiume Hudson. Il colpo d’occhio era magnifico, la colonna sonora pure, non parliamo della cioccolata bollente e del punch serviti nel corso della serata, ma a quella distanza era difficile capire la forma dei capi tranne nel caso dell’onnipresente mantellina. A sorpresa sulla passerella di Y3, strepitosa collezione disegnata per Adidas da Yohji Yamamoto c’erano modelli d’ogni tipo e perfino le sneaker con il tacco o la zeppa decorata dalle tre strisce del brand.

Eppure il maestro giapponese ha saputo visualizzare benissimo quel che l’attenzione stilistica alle spalle vuol dire: le donne hanno portato tanti pesi da diventare fortissime. Infatti una modella abbatte Yohji in passerella anche se lui è cintura nera di karate.

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