E (quasi) all'improvviso in passerella lei sfila con lui

Sempre più collezioni maschili e femminili insieme: un cambio estetico che stravolge anche i calendari

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«Ma tu fai anche l'uomo?» ti chiedono gli addetti ai lavori della moda seminando costernazione e panico in chi ha sempre pensato che, nonostante il linguaggio da caserma, fossi una signora. In redazione vogliono invece sapere di che sesso sono le sfilate in calendario a Milano da oggi fino al prossimo lunedì. Stendiamo poi un pietoso velo sulla stagione perché ufficialmente sarebbe il momento di parlare delle collezioni per l'autunno/inverno 2017-18, ma la gente normale vuole sapere cosa tenere e cosa buttare per l'imminente primavera seguita a ruota da un'estate in cui gli esperti dicono che l'arancione sarà il nuovo nero. Insomma la confusione regna sovrana nell'ambiente dove tutti ripetono come un mantra che bisogna ripensare le sfilate e rivedere i calendari. La prima a muoversi è stata come sempre Miuccia Prada che da anni fa sfilare una decina di proposte da uomo quando in passerella c'è la donna e viceversa. Qualcuno (per esempio i gemelli Dean e Dan Caten di Dsquarerd2) hanno sfilato entrambe le collezioni a gennaio e adesso si limitano a inaugurare Ceresio 7 Gym & Spa, un nuovo ed esclusivo centro benessere all'interno del loro quartier generale nell'ex sede storica dell'Enel nota a Milano come palazzo dell'Energia d'Italia. Gucci e Bottega Veneta puntano invece su questa fashion week femminile per presentare in contemporanea le collezioni maschili e pazienza se così ritardano di un mese l'uomo perché tanto prima o poi così faranno tutti. La notizia sarebbe buona per la compianta rubrica «chissenefrega» se dietro non ci fossero così tanti posti di lavoro: 11 mila nel mondo solo per Gucci. Infatti le vendite si fanno se la merce arriva nei negozi con largo anticipo e adesso in tanti sono sedotti dal nuovo mantra del «see now buy now», compra subito quel che vedi. D'altro canto ha ragione Alessandro Michele, direttore creativo della griffe delle due G, quando dice di non poter pensare all'uomo disgiunto della donna e viceversa, esteticamente per lui la moda maschile e quella femminile pari sono. Dunque ne vedremo delle belle in questa fashion week milanese che per la cronaca dura cinque giorni e mezzo nel corso dei quali avremo 70 sfilate, 98 presentazioni in forma statica di cui 4 su appuntamento e 37 eventi collaterali: un'overdose di appuntamenti in una città paralizzata dallo sciopero dei taxi. Pazienza. Per chi ama davvero la moda tutto questo è di vitale importanza, le sfilate sono un appuntamento irrinunciabile con un certo tempo inquieto, il nostro. Prendiamo ad esempio la musica che è di vitale importanza per capire il discorso creativo dietro a qualsiasi collezione. Le colonne sonore più belle sono fatte con un'intelligente mix tra brani conosciuti e inediti d'autore, cose che ti fan battere i piedi per seguire il tempo oltre al cuore per l'emozione e i classici pezzi sconosciuti che però vorresti avere nella tua playlist. Esiste una App comodissima, Shazam, che gli addetti ai lavori della moda usano almeno quanto Instagram e Pinterest.

Ebbene da qualche tempo a questa parte funziona poco o per niente perché molti stilisti si fanno fare le musiche da questo o quel compositore. Il perché è presto detto: risparmiano sui diritti d'autore che altrimenti tocca pagare a ogni contatto sul web. E pensare che molti continuano a pensare che la moda sia il paese dei balocchi.

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